All’estero è in corso una caccia all’uomo per Giacomo Bozzoli, il 39enne bresciano condannato all’ergastolo per aver gettato lo zio Mario nel forno di fonderia di famiglia nel 2015 a Marcheno, nel Bresciano. Le autorità italiane stanno investigando possibili legami con individui che potrebbero aver aiutato Bozzoli a organizzare la sua fuga, iniziata una settimana fa. Gli inquirenti sospettano che Bozzoli abbia pianificato ogni dettaglio della latitanza, incluso il possibile utilizzo di una nave dopo aver abbandonato la Maserati Levante con cui ha lasciato l’Italia.
Bozzoli è stato visto con la compagna e il figlio in località come Cannes, Valencia e Marbella, ma la sua traccia si è persa dopo che la compagna è rientrata in Italia. Le indagini si concentrano ora su eventuali spostamenti interni in Spagna e Francia da parte di Bozzoli, mentre si attendono le immagini delle telecamere di sicurezza degli alberghi di Cannes e Marbella dove è stato registrato il suo documento. Nonostante la condanna all’ergastolo, Bozzoli è riuscito a evitare la cattura finora, lasciando dietro di sé il proprio cellulare e utilizzando schede SIM intestate a stranieri, una pratica che gli è familiare già dall’epoca dell’omicidio dello zio Mario. Le autorità sospettano che Bozzoli possa aver continuato a utilizzare telefoni anonimi durante la fuga, evitando così la tracciabilità.
La compagna di Bozzoli ha dichiarato di non sapere della sua destinazione finale dopo il primo luglio, quando hanno scoperto la conferma della condanna all’ergastolo. Questo vuoto di informazioni ha alimentato ulteriori preoccupazioni sulle sue intenzioni e sulla sua attuale posizione. Le autorità italiane e internazionali sono attivamente impegnate nella ricerca di Bozzoli, cercando di stabilire dove possa essere rifugiato e se abbia ricevuto assistenza nel mantenere la sua latitanza.