Il Tribunale di Catania ha accolto il ricorso di un migrante, sbarcato a metà settembre a Lampedusa e poi portato nel nuovo centro di Pozzallo, giudicando il recente decreto del governo “illegittimo in più parti”. E’ stato quindi accolto il ricorso presentato dal legale di un giovane tunisino, arrivato il 20 settembre a Lampedusa e liberato dalla giudice Iolanda Apostolico, che non ha convalidato il fermo. Questo a cinque giorni dell’inaugurazione del nuovo centro di Modica-Pozzallo, destinato al trattenimento per quattro settimane dei richiedenti asilo. La pronuncia del giudice si applicherebbe a 4 migranti che erano nel centro.
La notizia è stata anticipata dal sito di Repubblica. In particolare, sottolineano fonti legali, “i giudici contestano la nuova procedura di trattenimento e la cauzione di 5000 euro da pagare per non andare nel centro”. Il decreto del governo sarebbe illegittimo e confliggerebbe con la superiore normativa europea. Il pronunciamento dei giudici di Catania potrebbe portare a disattendere di fatto il decreto Cutro.
Il giudice cita anche l’articolo 10 della Costituzione poiché alla luce di questo principio costituzionale non si può privare ad una persona il diritto di fare ingresso nel territorio italiano per chiedere protezione internazionale solo perché proviene da un Paese di origine ritenuto sicuro.
“Il tribunale di Catania, non convalidando il trattenimento dei quattro tunisini soggetti alle nuove procedure accelerate di frontiera disposte dal governo, ha assunto delle decisioni politiche e ideologiche. Le ordinanze appaiono infatti poco ancorate al quadro normativo vigente e immagino che saranno impugnate dall’avvocatura dello Stato. Spiace dover constatare come ancora una volta si pieghi il diritto all’ideologia. Le sentenze sconfessano non solo e non tanto il decreto del governo, ma la normativa europea su cui il decreto poggia”. Lo dichiara la deputata di FdI, Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione.
“La normativa europea – ricorda Kelany – consente l’attivazione di queste procedure secondo i criteri che sono stati pedissequamente rispettati dalla normativa italiana. Purtroppo, come già accaduto in passato, mentre il Governo lavora per fermare l’immigrazione illegale di massa e la tratta di esseri umani, una parte della magistratura ideologizzata fa di tutto per ostacolarlo”, conclude.
“L’attuale Governo, in un solo anno, è intervenuto con nove atti normativi sul diritto dell’immigrazione e dell’asilo, trasponendo all’interno dell’Ordinamento giuridico la confusione politica, l’incapacità amministrativa di affrontare il fenomeno migratorio e pulsioni autoritarie degne delle più buie epoche storiche. E’ un pessimo modo di legiferare che deriva da uno sbagliato approccio politico e da una irrazionale risposta ad un fenomeno ordinario della nostra società. Il Governo fa finta di ignorare che ciò che manca in Italia è una nuova politica sugli ingressi regolari, non certamente la necessità di comprimere ancora i diritti delle persone”, commenta l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione.