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Giulia Cecchettin, dalla cena pagata a Filippo a quei 25 minuti dove ha cercato di difendersi

Dalle carte dell’inchiesta, la ricostruzione della notte tra l’11 e il 12 novembre, la notte dove Giulia Cecchettin è stata uccisa. Tra le pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice del Tribunale di Venezia, esce un ritratto inquietante di Filippo Turetta, descritto come un soggetto “totalmente imprevedibile“, autore di un “gesto folle e scellerato“, con il pericolo concreto di ripetere azioni simili “nei confronti di altre donne“. Nello specifico, nel provvedimento si legge: “Turetta con questa aggressione a più riprese e di inaudita ferocia ai danni della giovane fidanzata, prossima alla laurea, ha dimostrato una totale incapacità di autocontrollo”, dimostrandosi “imprevedibile, perché dopo aver condotto una vita all’insegna di un’apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato”.

Giulia ha pagato l’ultima cena a Filippo da McDonald’s

Un altro particolare dell’inchiesta emerso in queste ore, è il fatto che Giulia abbia pagato di tasca sua l’ultima cena insieme a Filippo che da lì a pochi minuti sarebbe diventato il suo assassino. Seguendo le tracce di telecamere e pagamenti elettronici, gli inquirenti hanno infatti scoperto che alle 20.22 di sabato 11 novembre Filippo ha scritto un messaggio alla madre avvisandola che avrebbe cenato fuori. Alle 21.02 viene registrato un pagamento elettronico di 17,80 euro al McDonald’s che si trova all’interno del centro commerciale ‘Nave de Vero’ a Marghera. Pagamento effettuato da Giulia Cecchettin con la carta di credito del papà Gino.

La prima aggressione

La cronologia degli eventi, descritta con precisione nelle carte processuali, inizia alle 23:18 di sabato 11 novembre. Dopo una serata trascorsa al centro commerciale di Marghera, Filippo aggredisce Giulia nel parcheggio dell’asilo di Viale Aldo Moro, a soli 150 metri da casa sua. Qui il ragazzo l’ha aggredita con violenza, prendendola a calci e pugni mentre era a terra, lasciando le macchie del suo sangue a testimoniare l’orrore. Un residente, testimone involontario, ha udito la voce di Giulia chiedere aiuto e urlare di dolore, “così mi fai male”, e intravisto una figura essere calciata al suolo e poi una Grande Punto nera dileguarsi nella notte. 

Il secondo atto

Il secondo atto si svolge nella zona industriale di Fossò alle 23:29, a sei chilometri di distanza dalla prima aggressione. Giulia, intrappolata nella Punto nera, trova la forza di tentare la fuga, ma viene inseguita e raggiunta da Turetta. Le telecamere di sicurezza di due aziende locali hanno immortalato l’inseguimento, la caduta e l’ultima violenza fisica che ha lasciato Giulia immobile sul marciapiede, circondata da nuove macchie di sangue e da pezzi di nastro adesivo argentato, forse utilizzato per soffocare i suoi lamenti. Qui, forse, la ragazza ha ricevuto le prime coltellate.

Filippo Turetta ha poi caricato il corpo di Giulia nella sua auto quando lei probabilmente era ancora viva. Secondo quanto si apprende sarebbe avvenuta anche una terza aggressione con il coltello prima che Filippo abbandonasse il corpo ormai senza vita della sua ex tra le rocce di una zona montuosa, a pochi metri dal lago di Barcis, dove è stata ritrovata morta per uno shock emorragico causato dalla perdita di sangue. Una ventina le coltellate sferrate dall’assassino secondo i primi rilievi. Turetta avrebbe preso il corpo dalla macchina, trascinandolo in un canalone e appoggiandolo sotto una pietra, coperto da due sacchi neri dell’immondizia. Le tre aggressioni subite da Giulia e la sua agonia sarebbero dunque durate in tutto 25 minuti. 

La fuga e la cattura

L’indagato si è poi dato alla fuga. Alle 23.50 la Punto nera è uscita dall’area dove Filippo ha abbandonato il corpo di Giulia, poi è stata vista in vari punti delle province di Venezia, Treviso. L’ultima inquadratura è alle 9.07 del 12 novembre, da Cortina in direzione Dobbiaco. Il presunto killer è stato successivamente rintracciato nella giornata di sabato e ora è detenuto in Germania.

 

Filippo Limoncelli

Romano, papà e giornalista. Scrivere di calcio è stata la mia vera e prima passione. Parallelamente, le mie altre grandi passioni, sono la musica e viaggiare. Tuttavia, credo fermamente che la pigrizia abbia il suo valore.

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