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Giulia Cecchettin, 22 minuti per morire: l’omicidio dalle 23.18 alle 23.40 di sabato

Giulia Cecchettin, si legge nelle carte del Gip, ha lottato per 22 minuti prima di morire. Le grida d’aiuto di Giulia, e l’invocazione “così mi fai male” vengono sentite – si legge nelle carte della custodia cautelare per il mandato di arresto europeo per Filippo Turetta – da un vicino di casa alle 23.18, nel parcheggio a 150 metri da casa Cecchettin. Quando l’azione omicida si è già spostata invece nella zona industriale di Fossò, e si vede Turetta che carica il corpo in auto, l’orario è quello delle 23.40.

Giulia Cecchettin, come e quando è stata uccisa: tutte le fasi dell’omicidio

Giulia, secondo le prime ricostruzioni dei magistrati riportate oggi dai vari quotidiani, è stata accoltellata la prima volta mentre, verso le 23.18 di sabato, si trovava nel parcheggio davanti alla sua casa. Giulia è stata quindi accoltellata. E la ragazza ha provato a difendersi fino alla fine. Le mani e le braccia di Giulia, infatti, erano piene di tagli. Segno che Giulia in qualche modo ha cercato di opporsi alla furia di Filippo Turetta.

Un residente della zona, riporta la Repubblica, ricorda di aver sentito la voce di una ragazza che gridava “così mi fai male”. Poi, dopo averla immobilizzata probabilmente con il nastro adesivo, il ragazzo ha spinto l’ex fidanzata in auto, ha raggiunto in pochi minuti la zona industriale di Fossò, e qui l’ha aggredita nuovamente, mentre lei tentava una fuga. La scena è quella ripresa dalle telecamere di videosorveglianza.

Quindi prima l’uscita al centro commerciale di Marghera, poi la prima aggressione davanti al parcheggio di casa sua e infine l’ultima e mortale nell’area industriale di Fossò. Queste fin qui le tre fasi ricostruite dell’omicidio. Secondo i magistrati, riporta Repubblica, la giovane è morta “per shock emorragico”. Quindi dissanguata.

Dopo due ore, Filippo Turetta è arrivato a Pian delle More, dove ha abbandonato il corpo di Giulia in un canalone. Poi la fuga e l’arresto.

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