Greta Spreafico, la sua auto, scrive il Corriere di Verona, “potrebbe essere ancora inabissata nelle acque del Po, all’altezza della località di Borgo Molo, a Porto Tolle (Rovigo). Lì, ferma, da due anni e incastrata in un’ansa del fiume”. Proprio in quel punto i vigili del fuoco di Rovigo hanno scandagliare il fondo delle acque alla ricerca della
Kia Picanto nera della cinquantatreenne cantante di Erba (Como), il cui ultimo avvistamento risale all’alba del 4 giugno di due anni fa.
Le indagini, informa il giornale, ufficialmente sono state riaperte dalla Procura di Rovigo su istanza dello studio legale Barzan che segue la famiglia Spreafico.
L’inchiesta si sta allargando e protende sempre più verso l’ipotesi dell’omicidio sostenuta anche dai parenti di Greta. Ipotesi di reato: omicidio e occultamento di cadavere. E c’è anche un nuovo indagato, ma non se ne conosce ancora il nome.
Sullo sfondo, scrive Alfio Sciacca sul Corriere della Sera, c’è “lo scontro per la sua eredità, tra la famiglia e l’ex fidanzato Gabriele Lietti. Si parla di beni per circa un milione di euro tra terreni e immobili. Greta aveva infatti fatto due diversi testamenti olografi. Uno, nel novembre 2018, in cui dice di voler lasciare tutto alla madre. E un secondo, nell’ottobre 2021, in cui indica come beneficiario l’ex fidanzato”.
Anche nel caso di specie , sulle telecamere di sorveglianza e dei tabulati telefonici, in ambito criminologico proprio nei casi di morte equivoca di sovente, viene applicato un peculiare approccio investigativo , che è quello dell’autopsia psicologica , una tecnica forense capace di rivelare tra l’altro la presenza di eventuali propositi suicidari.
Una costruzione biografica, attraverso la quale in pratica vengono analizzate anche le peculiarità personologiche e comportamentali di Greca . Raccolte le testimonianze dei suoi parenti, dei suoi amici e di chiunque sia entrato in contatto in generale con la sua vittima negli ultimi mesi di vita.
Una ricostruzione retrospettiva dello stato mentale e del vissuto psico-sociale di Questa povera donna è ovviamente necessario per sbrogliare la matassa di un caso intricato e piuttosto complesso . Il dato di fatto ineluttabile tra un coacervo di incertezze è sicuramente l’aspetto complicato soprattutto a livello relazionale e affettivo Di Greta la cui personalità è fragile e con evidenti disagi di Matrice psicologica che tuttavia non lasciano ipotizzare ad un atto sussidiario .
Gli amici dipingono la cantante rock come una donna felice, in procinto di festeggiare la vendita della casa ereditata dal nonno.
È quantomai anomala e paradossale l’ipotesi del suicidio a ridosso di un momento che poteva pre figurarsi sereno e proficuo almeno da un punto di vista economico. In realtà, molto spesso chi decide di togliersi la vita può compiere – prima dell’estremo gesto – riesce a dissimulare bene il proprio malessere o compie attività di abitudinaria routine routine che non è solito compiere. O ancora pensa a progetti a lungo termine che paradossalmente rappresentano il vuoto dentro di chi le compie. Proprio perché il suicida sfugge e alla razionalizzazione nel senso comune del termine. Aldilà della disamina puramente conoscitiva la criminogenesi e la Criminodinamica Di quello che ad oggi è ancora un cold case Tendono più a validare l’ipotesi omicidiaria
La riapertura delle indagini ci lascia pensare senza dubbio alla fondatezza di nuove informazioni che non erano state valutate in precedenza dalla procura e che sono state ritenute meritevoli di approfondimento anche grazie al lavoro incessante e caparbio dei legali della famiglia di Greta.