Avrebbe assunto ripetutamente hashish e marijuana mescolate nella pappa: è morto così, secondo i periti della procura, il piccolo Nicolò Feltrin, il bimbo di due anni di Logarone (Belluno), deceduto lo scorso 28 luglio all’ospedale di Pieve di Cadore.
La consulenza, che accerta la morte per overdose del piccolo, è stata depositata in Procura a Belluno. La relazione, come riportano i quotidiani locali, è stata compilata dal medico legale Antonello Cirnelli, di Portogruaro (Venezia) e dalla tossicologa Donata Favretto, di Padova.
I tecnici hanno in sostanza confermato quel che a ottobre scorso era emerso, in base alle analisi compiute sui capelli del piccolo, che rilevavano tracce di cocaina ed eroina, prova che il bambino nel corso degli ultimi mesi era entrato in contatto per via diretta con quelle sostanze, che gli investigatori ritengono si trovassero abitualmente il casa.
La droga in una tazza nella stanza del bimbo
La droga – secondo quanto emerso fin dalle prime ipotesi degli investigatori – potrebbe essere stata custodita in una tazza nella stanza in cui dormiva il bimbo, il quale l’avrebbe inconsapevolmente ingerita. Inoltre le concentrazioni di cannabis trovate nel sangue di Nicolò erano così elevate da far presumere che l’assimilazione di stupefacenti fosse ripetuta nel tempo e non saltuaria.
Il padre era stato invitato a sottoporsi al test del capello, ma pare che si fosse presentato in laboratorio completamente glabro, rendendo inutile l’esame. E’ indagato per omicidio colposo.
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