Una zona rossa, che prevede l’evacuazione preventiva della popolazione in caso di ‘allarme’, e una zona gialla per gli allontanamenti temporanei, oltre a quattro diversi livelli di allerta.
È quanto disposto nel Piano nazionale di Protezione civile per i Campi Flegrei nel caso dello scenario peggiore, ovvero l’eruzione del Vesuvio, che coinvolge in tutto un milione e trecentomila abitanti e include uno ‘schema di gemellaggio’ per il trasferimento della popolazione dei Comuni in zona rossa verso varie regioni.
La mappa del documento comprende un’area che va da Napoli e il litorale partenopeo (da Pozzuoli a San Giovanni a Teduccio) fino ad estendersi man mano lungo l’entroterra dell’hinterland ai territori di Villaricca, Melito o Casavatore.
Nella zona rossa, quella più esposta al pericolo di invasione di flussi piroclastici (ovvero valanghe di gas, cenere e frammenti vulcanici) sono ricompresi i Comuni di Napoli e alcune sue municipalità, Pozzuoli, Bacoli e altri, per un’area che in totale comprende cinquecentomila abitanti.
L’allontanamento della popolazione dalla zona rossa inizia con la dichiarazione della fase di ‘allarme’. Ci sono per questo aree di attesa previste dai piani di Protezione civile comunali, ovvero le aree da cui partiranno i cittadini che scelgono di allontanarsi con il trasporto assistito, per poi raggiungere le aree di incontro previste dalla pianificazione.
Da qui arriveranno in nave, treno o pullman nei territori di destinazione, quindi in quelle regioni o province autonome gemellate dove vengono allestiti i ‘punti di prima accoglienza’. Chi sceglie di spostarsi autonomamente con il proprio mezzo di trasporto dovrà invece seguire specifici percorsi stradali di uscita dalla zona rossa stabiliti nell’apposito piano di allontanamento.
La zona gialla – dove ricadono 24 quartieri di Napoli, i Comuni di Villaricca, Calvizzano, Marano, Mugnano e altri e dove vivono complessivamente ottocentomila abitanti – è l’area, esterna alla zona rossa, che in caso di eruzione sarebbe esposta alla ricaduta di ceneri vulcaniche. Per quest’area potrebbero essere necessari allontanamenti temporanei della popolazione che abita in edifici resi vulnerabili o difficilmente accessibili dall’accumulo di ceneri.
I quattro livelli di allerta – verde, gallo, arancione e rosso – descrivono invece per i Campi Flegrei lo stato di attività del vulcano e scandiscono il tempo che precede una possibile ripresa dell’attività eruttiva. È prevista una fase di ‘preallarme’, in cui le persone che vogliono allontanarsi possono farlo ma solo autonomamente.
Potranno trasferirsi presso una sistemazione alternativa ricevendo un contributo economico da parte dello Stato. Alla dichiarazione di ‘allarme’ invece tutta la popolazione deve abbandonare la zona rossa e può scegliere di farlo in modo autonomo o assistito.
Il tempo complessivo stimato per questa operazione è di tre giorni: nelle prime 12 ore saranno utili a permettere alle persone di prepararsi e per predisporre le necessarie misure di regolazione del traffico, le successive 48 ore riguardano la partenza contemporanea ma cadenzata della popolazione da tutti i Comuni della zona rossa, secondo un cronoprogramma definito nei piani comunali.
Le ultime 12 ore rappresentano infine un margine di sicurezza per la gestione di eventuali criticità e per consentire l’allontanamento anche degli operatori del sistema di protezione civile.
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