È tornata la piena dei Po. Preallertati i residenti del tratto centrale del fiume (Cremona-Casalmaggiore-Guastalla-Mantova-Ferrara). Si annuncia a monte una nuova e più corposa ondata. Il Po è “aggredito “ soprattutto dagli affluenti appenninici. Ordine di evacuazione appeso ad un filo. O meglio ad un numero: il numero dell’idrometro di Borgoforte, comune Mantovano a pochi km dal confine con l’Emilia. Non deve superare i i 6 metri. Il primo livello (5 metri) è stato sfiorato domenica 5 novembre. Centinaia di residenti si recano costantemente sulle rive del Grande Fiume per verificarne lo stato.
Le Polizie Locali e Nuclei di Protezione Civile sono pienamente operativi per garantire il massimo della sicurezza. Si teme che nei prossimi giorni ci sia una crescita enorme. Questo perché, in una dinamica complessa che regola l’idrografia del tratto centrale del Po, all’esaurimento della prima spinta proveniente dai fiumi alpini si sta sovrapponendo la spinta degli affluenti appenninici capaci di dare incrementi notevoli in poco tempo per il loro carattere torrentizio. L’Agenzia Interregionale per il Po ( Aipo), che garantisce la sicurezza idraulica dei territori padani conferma che le precipitazioni ultime stanno inducendo nuovi innalzamenti dei livelli idrometrici sui corsi d’acqua sia emiliani che Lombardi. Il personale Aipo delle aree interessate dai fenomeni di piena e’ operativo nelle azioni di monitoraggio, vigilanza ed eventuale pronto intervento in coordinamento con tutti gli Enti facenti parte dei sistemi di Protezione Civile Regionali e Locali con in più il supporto dei volontari.
Tra le piene storiche sul Po, tutte concentrate negli ultimi 30 anni, è il caso di ricordare che l’acqua nel 1951, nel tratto centrale ha raggiunto i 9,96 m. Nel 2000 ha registrato i 9,93m. Nel 1994 i 9,29 m. Prima di allora bisogna risalire al 1926.
Un ruolo determinante e non sempre riconosciuto è quello dei Consorzi di Bonifica che se in estate hanno un ruolo irriguo, nella cattiva stagione si occupano di tenere asciutti i terreni, puliti i canali di scolo ed efficiente la rete che evita gli allagamenti governando chiuse e paratie, molte delle quali oggi sono elettrocomandate.
Quando il Po nel suo tratto centrale supera la soglia di allerta si verifica il fenomeno della laminazione. In sostanza, il fiume esce dal suo alveo naturale, il così detto “ alveo inciso” per invadere le golene, cioè i terreni che si trovano fra il corso dell’acqua e l’argine maestro e sono generalmente coltivati in concessioni demaniali. Non è presente alcuna costruzione. Allargando la superficie la corrente rallenta la sua velocità e la crescita dei livelli avviene più lentamente. La piena, in buona sostanza ,tende a rallentare e anche eventuali volumi d’acqua che arrivassero da monte ( dal Piemonte) tendono a distendersi orizzontalmente, allargandosi nei terreni golenali. E torna la tranquillità.
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