Le buste d’insalata, specie le monoporzione, ma anche le bustine di zucchero al bar, il mono-uso imballato sparirà: non le vedremo più, le norme europee si sono fatte più severe sul packaging, sugli imballaggi delle confezioni. Dovranno essere ridottti del 15% in ogni Stato membro nel prossimo ventennio.
Fuorigioco, ad esempio, i mini-flaconcini degli alberghi. Con 56 voti a favore, 23 contrari e 5 astensioni la commissione Ambiente dell’Europarlamento ha approvato il rapporto sulla riduzione dei rifiuti da imballaggio. Il testo dovrà essere esaminato dalla plenaria di novembre.
Dal divieto della plastica per le confezioni di frutta o verdura più piccole di un chilo – ad esempio l’insalata – allo stop alle stoviglie monouso all’interno dei circuiti di ristorazione e dei fast-food, fino all’obbligo di avere almeno la metà degli imballaggi riutilizzabili entro il 2030.
Se il regolamento per la riduzione dei rifiuti da imballaggio al vaglio delle istituzioni Ue entrasse in vigore domani, queste sarebbero alcuni degli effetti diretti sui consumatori e sulle imprese. Comunque un punto a favore dei sostenitori del riuso rispetto a chi, come l’Italia, è invece a favore del riciclo.
Un settore che vede il nostro Paese ai primi posti in Europa. Quando 11 mesi fa ha presentato il regolamento, l’intenzione della Commissione Ue era mettere insieme le due dimensioni.
Ma il provvedimento ha una portata così vasta e capillare da aver creato molti fronti economici e politici contrapposti. Il risultato è stato un passaggio parlamentare che ha diluito le ambizioni dell’esecutivo Ue.
Il fronte più caldo è proprio quello che vede contrapposti i sostenitori del riciclo e quelli del riuso. Per le bottiglie di vino l’obbligo di riutilizzo era già stato escluso nel testo preparato dalla relatrice Frederique Ries (Renew, Belgio).
Ma oggi i due emendamenti che avrebbero cancellato altri divieti e consentito ai Paesi virtuosi nel recupero – come l’Italia – di poter fare a meno di creare sistemi di deposito e vuoto a rendere hanno spaccato il Ppe, il gruppo più numeroso dell’emiciclo, e sono stati bocciati per pochi voti. Un risultato che “dimostra che c’è un malessere diffuso e trasversale tra gli eurodeputati – ha detto il presidente dell’Eppa (European Paper Packaging Alliance) Antonio D’Amato – che “hanno tentato di correggere una proposta ideologica fatta dalla Commissione europea”. Così com’è il regolamento è “un danno per l’Italia”, ha commentato la Lega.
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