Imprenditore di Agrigento suicida, travolto da odio social dopo flop del festival da lui organizzato

Alberto Re, imprenditore di Agrigento, è morto suicida dopo le numerose critiche che gli erano arrivate per il flop del Festival che aveva organizzato al teatro Pirandello di Agrigento.

L’imprenditore, 78 anni, si è tolto la vita con un colpo di pistola. La famiglia è sconvolta: “Si apra una riflessione su quello che è accaduto, lo si deve ad Alberto, perché mai più ci si possa trovare di fronte alla tempesta senza vestiti. Perché mai più ci si scaraventi contro un uomo con tale veemenza”.

Agrigento, imprenditore suicida dopo flop del festival

Alberto Re aveva organizzato il Paladino d’Oro- Sport Film Festival al teatro Pirandello di Agrigento, giunto alla 43esima edizione, ma nessuno si è presentato alla serata inaugurale, in programma lunedì scorso e riservata ai soli partecipanti. Ciò ha provocato una serie di reazioni non solo da parte degli utenti sui social che hanno pubblicamente denigrato l’imprenditore, ma anche diversi articoli sui giornali e siti locali che hanno criticato la sua professionalità. Un’onta di vergogna alla quale non a retto: si è sparato nella sua abitazione ed è deceduto dopo 24 ore di agonia. 

La lettera della famiglia

“Alberto Re era un uomo prima che un padre, un marito e un nonno, un fratello e uno zio, un suocero, amante della vita, delle belle parole. Non amava infingimenti, ha fatto del garbo il suo stile di vita”, ha scritto la famiglia in una nota. “Noi ci teniamo – scrivono i suoi parenti nel messaggio -, perché siamo la sua famiglia, a raccontarlo per quell’uomo che mai si è sottratto alla onestà intellettuale e che sempre ha sorriso alle storture che possono capitare. Fino a qualche giorno fa. Poi l’onta che sale e che scalfisce, che non arretra e che violenta verbalmente una persona, ha consumato il vero danno”. E poi ancora, nella lettera della famiglia si fa ancora riferimento alle critiche delle ultime settimane: “Alberto amava scherzare, conosceva la delicatezza della sua amata Agrigento, voleva contribuire ad elevarne il dibattito culturale, non gli è stato concesso, sui social viaggiano sentenze di condanna senza nemmeno il capo di imputazione”. Infine, sempre i familiari fanno un appello: “Si apra una riflessione su quello che è accaduto, lo si deve ad Alberto, perché mai più ci si possa trovare di fronte alla tempesta senza vestiti. Perché mai più ci si scaraventi contro un uomo con tale veemenza”.

Le indagini

L’imprenditore avrebbe lasciato una lettera, che è stata sequestrata dalla polizia, nella quale avrebbe criticato alcuni articoli di stampa che lo riguardavano. Sul suicidio sta indagando la Squadra Mobile e la Procura starebbe valutando se aprir un’inchiesta.

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Filippo Limoncelli