“Dai primi rilievi, da quanto ci hanno detto le forze dell’ordine, pare che l’auto che ha investito la mia famiglia stesse viaggiando a 160 chilometri all’ora”. Sono le parole dello zio del bimbo di 2 anni morto nell’incidente a Santo Stefano di Cadore, che poi aggiunge: “Mio padre mi ha raccontato che la donna alla guida sembrava fuori di sé, non so dire perché sotto choc o sotto l’effetto di qualche sostanza”.
E’ stata arrestata dai carabinieri, nella tarda serata di ieri, 6 luglio, la cittadina tedesca di 30 anni che alla guida dell’Audi nera che ha travolto la famiglia, uccidendo tre persone, a Santo Stefano di Cadore (Belluno). I militari hanno trasformato il fermo della donna in arresto, con l’ipotesi di reato di omicidio stradale plurimo. Si sta vagliando l’ipotesi di un uso improprio del cellulare da parte della donna, che così distratta non si sarebbe accorta del gruppo che stava attraversando la strada.
L’arresto è stato deciso comunque in base al quadro indiziario raccolto dopo l’incidente, ossia l’alta velocità del veicolo, le testimonianze e la violenza dell’urto, per cui le vittime sono state scagliate a diversi metri di distanza.
Sequestrato e sottoposto a un’analisi sul suo utilizzo il cellulare della donna. I carabinieri del Nucleo investigativo di Belluno intendono accertare se la conducente stesse utilizzando l’apparecchio quando la vettura ha perso il controllo e ha invaso il marciapiede, dove stava passeggiando il gruppo familiare. Sono attesi, probabilmente in giornata, gli esiti degli esami sul sangue prelevato alla donna. Lo scopo è di accertare l’eventuale presenza di alcol o sostanze stupefacenti, che possano aver causato un malore mentre era alla guida.
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