“Dalle prime indagini emergono gravi violazioni della procedura di sicurezza al momento dell’incidente alla stazione di Brandizzo. Ci sono profili di responsabilità per i quali saranno a breve indagate alcune persone”. Così la procuratrice capo di Ivrea, Gabriella Viglione, sulle indagini relative alla strage avvenuta nel Torinese, che nella notte tra mercoledì e ieri è costato la vita a cinque operai travolti da un treno in corsa. La procura non esclude il dolo eventuale per i reati di omicidio e disastro.
“Gli accertamenti proseguono per verificare se può essere considerata sicura la procedura complessiva. Quanto accaduto ha reso palese che il meccanismo di garanzia non era sufficiente a tutelare un lavoro così delicato in una sede pericolosa come quella dei binari ferroviari” ha sottolineato la procuratrice capo di Ivrea, Gabriella Viglione.
L’ipotesi avanzata dalla procura di Ivrea, arriverebbe in seguito al riscontro di “gravi violazioni delle procedure di sicurezza” nella prima analisi del materiale sequestrato. Si tratterebbe in particolare delle procedure relative alle comunicazioni (o mancate comunicazioni) che hanno portato la squadra di operai a lavorare sui binari nonostante non fosse arrivato il nulla osta all’avvio del cantiere e ci fosse ancora il semaforo verde per i treni in transito, visto che la circolazione non era stata bloccata. Al momento il fascicolo è ancora contro ignoti, ma ci si aspetta che a breve ci siano le prime iscrizioni nel registro degli indagati.
La procura di Ivrea ha iscritto due persone nel registro degli indagati per la strage. Uno è un dipendente di Rfi che mercoledì notte aveva il compito di fare da scorta al cantiere degli operai della ditta Sogifer che dovevano sostituire un tratto di binari e che si è salvato perché era poco più lontano, al telefono. L’altro è il caposquadra della Sigifer che si è salvato perché ha visto in tempo i fari del treno ed è riuscito a buttarsi di lato.