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La ragazza vittima dello stupro di gruppo a Palermo minacciata col coltello da un indagato e sua madre

Lo scorso 7 luglio aveva subito uno stupro di gruppo a Palermo in un anfratto del Foro Italico, vicino al porto, un cantiere abbandonato dove sette ragazzi l’avevano condotta, di notte, per abusare di lei.

Ieri la ventenne che aveva denunciato i suoi violentatori (ora in carcere), è stata affrontata da un giovane e dalla madre del ragazzo, dopo che da un bar di via Maqueda si era spostata nel vicino rione di Ballarò in compagnia del suo fidanzato.

L’hanno minacciata con un coltello e poi trascinata a casa dei due. La ventenne, interrogata nel corso dell’indagine sullo stupro, aveva rivelato agli inquirenti di essere rimasta vittima di un’altra violenza subita prima di quella notte da incubo della scorsa estate, e questo aveva portato i magistrati ad approfondire la questione e a procedere d’ufficio contro il giovane, lo stesso che ieri sera ha provato a vendicarsi di lei.

Il fidanzato della ragazza, anche lui minacciato, intorno alla mezzanotte è corso ad avvertire i carabinieri di piazza Verdi, e poco dopo i due aggressori si sono presentati nella stessa caserma. La procura ha aperto un fascicolo per violenza privata.

“Mi gridavano: ti ammazziamo, mentre mi picchiavano e mi portavano a forza a casa loro”, ha raccontato la giovane ai carabinieri. E il fidanzato descrive i momenti di paura: “Ci hanno puntato un coltello. Sono stato immobilizzato. Volevo chiamare le forze dell’ordine, ma anche le persone che si trovavano in piazza me l’hanno sconsigliato, perché quel ragazzo era armato e poteva avventarsi su di lei”. L’aggressore, arrivato in macchina a piazza Ballarò, si accorge della giovane tra la folla e comincia a insultarla. Dopo un breve botta e risposta, sembrava tutto finito, ma dopo essersi allontanato in auto è tornato a piedi insieme alla madre ed è cominciato l’incubo.

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