La febbre Dengue è arrivata in Italia: già otto i casi autoctoni confermati

Sono per ora otto i casi autoctoni di Dengue, nota anche come febbre spaccaossa per l’intenso dolore che provoca, confermati dal ministero della Salute in Italia: uno nel Lazio e gli altri in Lombardia, tutti segnalati nel mese di agosto. I pazienti hanno dunque contratto in Italia la malattia infettiva, trasmessa da morso di zanzara Aedes. Altri 79 casi segnalati sono importati: si tratta di persone che sono rientrate in Italia dipo aver viaggiato in zone dove la malattia è endemica.

Febbre Dengue, il focolaio di Castiglione d’Adda

Come si legge in una circolare del ministero della Salute che fornisce nuove indicazioni sul potenziamento dei sistemi di sorveglianza, il primo caso riguardava un uomo di 73 anni di Castiglione d’Adda in provincia di Lodi che il 3 agosto ha cominciato a soffrire di dolori articolari, dolori muscolari, rush cutaneo e febbre sopra i 39 gradi. Non aveva mai viaggiato all’estero. Il secondo caso riguardava invece un uomo di 42 anni residente a Roma con uguali sintomi a partire dal 2 agosto. Gli altri casi sono stati segnalati sempre a Castiglione d’Adda e sempre con le stesse caratteristiche.

“Al momento – si spiega nella circolare – non è possibile escludere il verificarsi di ulteriori casi autoctoni di dengue, in particolare nelle aree che hanno osservato casi autoctoni, o secondari a casi importati da Paesi con circolazione virale, pertanto si raccomanda alle Regioni di attenersi alle indicazioni del Piano di Sorveglianza per le Arbovirosi (PNA) , assicurare le comunicazioni tra i servizi veterinari e di prevenzione umana e potenziare il sistema di sorveglianza”. Tutti i pazienti stanno meglio e sono state avviate le profilassi e le disinfestazioni nei luoghi coinvolti.

Come si trasmette

Dengue è una malattia infettiva causata da quattro varianti dello stesso virus che si trasmette attraverso le punture di zanzare che a loro volta hanno punto una persona infetta. La zanzara più efficace nella trasmissione è la Aedes aegypti, tipica delle regioni tropicali (in Italia non esiste, in Europa presente solo nell’isola di Madeira e in una zona del Mar Nero) ma anche la zanzara tigre (Aedes albopictus) già segnalata in tutta l’Europa meridionale e presente in Italia. Non si ha contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Al momento sembra difficile che la malattia si diffonda in modo massiccio grazie alla sorveglianza da parte della autorità sanitarie in Europa. 

Quali sono i sintomi

A distanza di poco meno di una settimana dalla puntura possono comparire i sintomi: febbre alta, forti mal di testa, dolori muscolari, mal di testa acuti, nausea vomito. In casi estremi (1-5%) possono verificarsi difficoltà respiratorie e insufficienza multiorgano, in alcuni casi fatale. La dengue ha un tasso di mortalità molto basso, circa l’1% dei casi che però sale al 40% quando la malattia di complica nella forma emorragica. In circa il 75% dei casi la malattia è asintomatica e passa inosservata . Questo succede almeno con la prima infezione, mentre una seconda infezione può scatenare pesanti reazioni immunitarie che possono sfociare in emorragie. La diagnosi è normalmente effettuata in base ai sintomi, ma può essere più accurata con la ricerca del virus o di anticorpi specifici in campioni di sangue.

Ci sono i vaccini contro la febbre Dengue?

Non esistono cure ma esistono due vaccini contro la malattia. Il primo uno è raccomandato pr chi è già stato esposto al virus (quindi per chi vive in zone endemiche), diversamente comporterebbe un aumento del rischio di malattia grave in chi non ha contratto il virus. Il secondo è un vaccino tetravalente, diretto contro i quattro diversi sierotipi del virus dengue e indicato per i viaggiatori. Quest’ultimo vaccino è stato approvato dall’Ema e ha completato l’iter di autorizzazioni anche in Italia e sarà presto disponibile nei centri vaccinali per chi viaggia all’estero in zone dove la malattia è endemica. 

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Filippo Limoncelli