Giacomo Bozzoli ha trascorso la sua prima notte in carcere a Cantù Mombello, dove è stato collocato in una cella singola sotto sorveglianza diretta. L’arresto è avvenuto dopo un’intercettazione cruciale che ha portato all’esecuzione di un blitz coordinato nelle abitazioni della famiglia in provincia di Brescia. Questo sviluppo è stato il culmine di un’indagine seguita con attenzione dalla Procura, che ha agito tempestivamente dopo aver ottenuto evidenze significative.
La decisione di mettere Bozzoli sotto sorveglianza a vista è stata motivata dalle sue dichiarazioni di essere sotto choc e dalla preoccupazione che potesse tentare atti autolesionistici. All’ingresso nel carcere, Bozzoli avrebbe espresso l’intenzione di scrivere lettere ai suoi avvocati, alla famiglia e ai magistrati per ribadire la sua innocenza riguardo all’omicidio dello zio Mario, del quale è stato accusato.
Il blitz condotto dalle forze dell’ordine ha inizialmente portato a perquisizioni infruttuose, ma nel pomeriggio ha portato al ritrovamento di Giacomo Bozzoli nel cassone di un letto matrimoniale nella villa di Soiano del Lago. Questo ha posto fine a una latitanza durata quasi due settimane, durante le quali le autorità lo hanno cercato intensamente.
Attualmente, non è previsto un interrogatorio immediato di Bozzoli, detenuto dalla sera precedente. Gli inquirenti potrebbero decidere di interrogarlo nei prossimi giorni per approfondire gli sviluppi dell’inchiesta e chiarire i dettagli della sua latitanza.
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