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La storia dei braccianti presi a cinghiate nei campi di pomodori

Braccianti agricoli stranieri, impiegati nella raccolta di pomodori, presi a cinghiate: la storia arriva alla provincia di Caserta. Per i lavoratori niente contratto e niente paga dignitosa, solo lavoro per quasi 12 ore al giorno, e nel caso di un momento di riposo scattavano insulti, minacce e cinghiate. Come riporta l’Ansa questo è quanto emerso dall’indagine sul fenomeno del caporalato della Procura di Santa Maria Capua Vetere e dei carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro di Caserta. In particolare i carabinieri hanno notato dieci braccianti stranieri che raccoglievano pomodori, hanno scoperto che nessuno aveva il contratto e che erano costretti a lavorare undici ore al giorno, sette giorni su sette, per una paga quotidiana di 30-40 euro. Qualche bracciante ha poi raccontato ai carabinieri le violenze subite dagli imprenditori agricoli; è così emerso il caso del lavoratore colpito con la cinghia dopo essersi seduto a terra per riposarsi, o di un altro che era stato colto da malore e riportato a casa invece che in qualche struttura sanitaria.

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