Fu accusata ingiustamente per la morte del suo ragazzo, maltrattata, torturata, isolata, derubata della sua pensione di invalidità e infine uccisa. Questo è ciò che emerge dalle carte dei pm sulla storia di Marzia Capezzuti, la 29enne milanese di cui si persero le tracce e che fu poi trovata morta nell’ottobre del 2022. Marzia Capezzuti, milanese, vulnerabile e con quello che è stato definito un ritardo mentale di media gravità, si era trasferita a Pontecagnano, nel Salernitano, per vivere con il suo fidanzato. Morto il ragazzo, Marzia continuò a vivere nella casa della sua famiglia. Qui iniziò un vero e proprio incubo per la ragazza. Marzia, racconta l’accusa, fu accusata ingiustamente per la morte del ragazzo, poi fu isolata, maltrattata e anche torturata. La famiglia che la ospitava si impossessò anche della sua pensione di invalidità. Poi, infine, il tragico e drammatico epilogo con l’omicidio. Per la morte di Marzia sono stati arrestati la sorella del fidanzato di Marzia, il suo compagno e il loro figlio di 15 anni. Per la Procura sono loro che avrebbero ucciso la ragazza abbandonando poi il cadavere in un vecchio casolare. Nell’inchiesta c’è anche una confessione extragiudiziale del figlio 15enne della coppia che, durante una videochiamata Instagram, descrisse le modalità e il luogo dove avvenne l’omicidio. Fu proprio questo indizio ad aiutare i carabinieri a ritrovare il cadavere della ragazza.
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