Che il mistero Orlandi sia stato ridotto da (molto) tempo a show da utilizzare per spremere il maggior numero possibile di puntate, in realtà senza mai preoccuparsi di cercare di capire che fine ha fatto in realtà Emanuela, pare proprio dimostrarlo in modo incontestabile (anche) l’ultimo asserito “scoop in esclusiva” pubblicato il 13 agosto da Il Fatto Quotidiano sulla base di un “documento in esclusiva” fornito da Pietro Orlandi.
Il documento è l’ormai strafamosa registrazione dei lamenti attribuiti a Emanuela sottoposta a stupro e sevizie varie, con annesse emorragie.
L’ex magistrato Ferdinando Imposimato, diventato avvocato e legale della madre di Emanuela pur essendo stato per qualche mese il legale di Alì Agca per la libertà del quale Emanuela sarebbe stata “rapita”, ha addirittura sostenuto che i lamenti erano dovuti al fatto che a Emanuela “stavano strappando le unghie”.
Strano stupro, strane sevizie e stranissimo strappare le unghie visto che il tutto si conclude con la stuprata e seviziata ragazza che pur con le unghie strappate chiede con calma “Per favore, mi lasci dormire adesso?”.
Dormire con le unghie appena strappate e subito dopo uno stupro e sevizie con conseguente perdita di sangue? Mah! E tralasciamo che le indagini abbiano appurato che in realtà il nastro in questione altro non è se non il riversamento di spezzoni di sonoro di un film porno. Ma andiamo per ordine.
Emanuela Orlandi? Roba vecchia
“Documento in esclusiva”, e perciò si pensa automaticamente che sia inedito, come è stato spesso millantato, ma in realtà vecchio come il cucco e già sfruttato in tv non solo da “Chi l’ha visto?” nel 2016, cioè ben otto anni fa, e poi anche nel 2020, ma anche da La 7 che nell’aprile dell’anno scorso lo ha rifilato ai propri telespettatori.
E un mese fa anche da RaiPlay, che pure parla di nastro inedito. Non ha voluto essere da meno neppure Il Messaggero, che il 13 agosto avvalora anch’esso la notizia del nastro “inedito” per aggiornarla il 15 nonostante fosse Ferragosto.
Strano che un simile granchio lo abbia preso Il Fatto, vale a dire il giornale che è tra i pochissimi che per le guerre in Ucraina e a Gaza non scrivono le solite cose preconfezionate a prescindere dai precedenti e dalle responsabilità che hanno portato ai disastri e alle tragedie ancora in corso.
Scoop di ciarlatani condannati
Non si comprende quindi perché invece per quanto riguarda il mistero Orlandi da qualche tempo ospita pretesi scoop a base di notizie perfino totalmente false perché capovolgono la realtà.
Vedi il caso del ciarlatano Maurizio Giorgetti, arrivato a sostenere che era stato aggredito in casa da uomini della banda della Magliana per rappresaglia per quanto sosteneva di sapere sul “rapimento” di Emanuela, ma in realtà aggredito in casa da sua figlia e annesso fidanzato per questo arrestato.
Giorgetti è stato smascherato anche dai carabinieri e condannato già nel 2019 per il suo insistere a raccontare fole, ma quando a metà giugno è passato a miglior vita è stato presentato da Il Fatto come “il testimone chiave” del mistero Orlandi .
Il Fatto riguardo Giorgetti si è trovato però in buona compagnia: anche il telegiornale di Radio Roma ha voluto servire ai suoi telespettatori la stessa storiella, o meglio la stessa verità capovolta, del Giorgetti “testimone chiave”.
Ulteriore piccola conferma che l’importante è mandare avanti lo spettacolo: “The show must go on!” alla faccia di tutto e di tutti, Emanuela compresa.
Per spiegare chi fosse in realtà Giorgetti e come è stato smascherato abbiamo dovuto riscrivere la sua vera storia con un apposito articolo, nonostante avessimo già chiarito tutto dieci anni e mezzo fa.
L’articolo de Il Fatto sul nastro pubblicato “in esclusiva” contiene comunque alcuni dati decisamente interessanti. Vediamo quali frasi li contengono:
1) – “Da una ricerca di Pietro Orlandi tra i documenti dell’epoca è venuto fuori che in quei giorni, nel 1983, quel nastro viene fatto analizzare da esperti del Sismi [i servizi segreti militari dell’epoca] che metto[no] nero su bianco che quella voce “corrisponde a quella di Emanuela””.
Come possano avere tratto quelle conclusioni gli “esperti del Sismi” è un altro mistero.
Poiché NON è mai emersa l’esistenza di una registrazione della voce di Emanuela fatta in famiglia o tra amici o alla scuola di musica da lei frequentata, NON si capisce con quale voce questi “esperti” possano avere confrontato quella del nastro. Certo, come vedremo tra poco, NON con la voce di Emanuela.
2) – “Contrariamente a quanto verbalizzato, qualche giorno dopo l’ascolto, gli inquirenti dicono al padre di Emanuela di aver verificato bene la registrazione e che si tratta di spezzoni di un film porno messi insieme da un mitomane”.
“Quanto verbalizzato” dovrebbe riferirsi agli “esperti del Sismi”: strano però che tale verbalizzazione non sia mai stata resa pubblica né notata da nessuno dei giornalisti che si sono occupati del mistero Orlandi né è mai stata citata neppure da almeno uno dei vari magistrati che si sono man mano occupati dell’inchiesta.
Dal testo dell’articolo non si capisce se gli inquirenti al padre di Emanuela hanno voluto raccontare una balla o se hanno verificato che si tratta del riversamento da uno o più film porno.
3) – “Questa versione che vi faremo ascoltare è quella recuperata da Pietro Orlandi nel 2016”.
Guarda caso è proprio nel 2016 che il nastro viene trasmesso da ”Chi l’ha visto?”, evidentemente fornito da Pietro Orlandi anche se la conduttrice Federica Sciarelli ha evitato di dirlo.
Se non ricordo male Sciarelli spiegò ai telespettatori che mandava in onda il nastro perché Pietro lo voleva ascoltare. Non si capisce però che bisogno aveva di ascoltarlo in diretta coram populo televisivo come ospite del programma della Sciarelli anziché più sobriamente a casa propria. Mah!
Le cose però non stanno come afferma l’articolo de Il Fatto. Il Sismi NON fece fare una perizia fonica, impossibile in mancanza di un nastro con la voce sicuramente vera di Emanuela, ma si accontentò di un “esame psicologico” condotto confrontando la voce del nastro delle “sevizie” con quella della registrazione fatta sentire per telefono dal cosiddetto Americano a zio Mario Meneguzzi pochi giorni dopo la scomparsa della nipote.
Esame un po’ troppo arduo da condurre, motivo per cui i periti del Sismi si sono limitati a dire che avevano “l’impressione” che potesse trattarsi della stessa voce. L’impressione, ma non la certezza. E anche se ci fosse stata la certezza NULLA garantiva che la voce fatta sentire dall’”Americano” fosse davvero quella di Emanuela.
I periti riconoscono anche che “l’intensa emotività presente nella voce registrata nell’ultimo nastro [quello delle “sevizie”], unitamente allo specifico contesto, rende più difficile il confronto stesso”.
I periti inoltre aggiungono: “Si sottolinea, peraltro che tali valutazioni si basano esclusivamente sui lamenti e sulle frasi chiaramente intellegibili pronunciate dalla donna in questione. Esse sembrano denunciare un’autentica e intensa sofferenza estremamente credibile nella sua espressione”.
Insomma, modi un po’ contorti e sguscianti per non dire chiaro e tondo che nessuno poteva dire che la voce era quella di Emanuela e non di una brava attrice o doppiatrice.
Dall’intervista del 14 marzo dell’anno scorso a Fanpage e dalla puntata di La 7 dell’aprile sempre dell’anno scorso Pietro Orlandi ha ripreso a dire che la voce del nastro era di Emanuela e che venne riconosciuta anche dal padre Ercole Orlandi.
Lo ha infine ripetuto a Uno Mattina del 20 dell’attuale mese di agosto. Peccato però che Ercole Orlandi non lo abbia mai detto, né a giornalisti né a magistrati. Anzi, a me disse che le due voci non gli pareva proprio fossero di Emanuela, anche se “forse l’emozione mi ha condizionato”.
Questo periodico ritirare in ballo il nastro “dello stupro e delle torture” provoca alla madre di Emanuela, l’ormai anziana signora Maria Pezzano, sicuramente uno strazio.
Che si unisce allo strazio del sentire e risentire – da parte sempre di suo figlio Pietro – che papa Wojtyla e altre eminenze del Vaticano non è escluso che si portassero a letto Emanuela.
E che a dire sempre di suo figlio Pietro è stata segregata a lungo a Londra, che è stata sepolta nella nunziatura di via Po a Roma oppure nella basilica di S. Apollinare nella stessa bara del “boss della banda della Magliana” Enrico De Pedis oppure nel cimitero teutonico del Vaticano o forse invece nella basilica di S. Maria Maggiore e via delirando.
The show must go on! Ma non solo, forse c’è dell’altro. Si mormora che Pietro Orlandi deve avere capito che il suo voler mettere il cappello sulla commissione parlamentare d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela (e di Mirella Gregori) per orientarne i lavori e le convinzioni non ha avuto il pieno successo che sperava.
E che il suo consiglio alla commissione di non indagare a partire dall’inizio, ma solo a partire dalle piste recenti, compresa la pista fasulla inglese, tirata in ballo periodicamente, forse non ha avuto un gran successo a giudicare da chi finora è stato interrogato dalla commissione.
Motivo per cui forse è per questo che Pietro cerca in tutti i modi di far suonare la grancassa del “rapimento” quale che ne fosse il fine: ricatto finanziario al Vaticano, liberazione di Agca, copertura dell’andazzo sessuale ai piani alti del Vaticano o altro ancora.
Tutto, fuorché le piste che normalmente si imboccano quando sparisce un minorenne. E che statisticamente si rivelano le più le più frequenti.
Temendo che la sua leadership sulla commissione non faccia più tanta presa, Pietro Orlandi partecipa a varie iniziative anche in ambito universitario, atteggiandosi a paladino e guida spirituale dei giovani oltre che a paladino di una “Chiesa più trasparente” (confondendo il Vaticano, che è uno Stato, con la Chiesa, che è tutt’altra cosa).
Il suo slogan è da tempo “La verità rende liberi”, anche se, amante com’è dell’equitazione e del polo a cavallo, gli è capitato di corredarlo infelicemente su Facebook con una sua foto a cavallo. Pietro per restare in sella punta a una candidatura alle prossime elezioni, preferibilmente coi 5 Stelle, e ne pone le basi seguendo molto probabilmente la strategia pubblicitaria consigliatagli da Immacolata Chaouqui (https://mowmag.com/attualita/chi-e-francesca-immacolata-chaouqui-dallo-scandalo-vatileaks-in-vaticano-a-emanuela-orlandi-e-alla-comunicazione-di-fedez ), che lui stesso ha ammesso essere la sua consigliera fin dai tempi della “sepoltura di Emanuela nel cimitero Teutonico del Vaticano”.
Chaouqui, guarda caso, è esperta in lobbying & public affairs tanto da essere titolare di una agenzia di public relations, la View Point Strategy fondata nel 2017 e con molti clienti VIP in Italia e all’estero.
La sua agenzia ha suscitato l’interesse anche del famoso rapper Fedez, visto all’inizio dello scorso aprile mentre a Roma entrava nei suoi uffici assieme alla sua assistente personale Eleonora Sesana.
Arriva settembre, con la fine delle vacanze anche del Parlamento e annessa commissione. Riprenderanno i fuochi d’artificio. Ma con polveri sempre più bagnate. E con sempre più gente che dell’Emanuela Orlandi Show e delle sue infinte puntate e giravolte comincia a essere stanca.
Il Fatto Quotidiano
Libero
https://www.facebook.com/watch/?v=1267088347016723 https://www.youtube.com/watch?v=gp2Q7UM7X-E.
https://www.raiplay.it/video/2024/07/Chi-lha-visto-L-audio-inedito-di-Emanuela-Orlandi-4c869c14-d8b2-4744-913b-01c718ce5a95.html https://www.ilmessaggero.it/persone/emanuela_orlandi_audio_dolore_lato_b_cosa_ha_detto_cosa_sappiamo-8295910.html?_ga=2.54391528.1372614854.1724705330-1486361259.1724705329
https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/06/17/morto-maurizio-giorgetti-il-testimone-chiave-del-caso-orlandi-che-chiamo-in-causa-la-banda-della-magliana/7590719/
Mistero Orlandi, la vera storia del supertestimone supercondannato morto coccolato da giornali e tv
https://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/emanuela-orlandi-perche-e-stato-condannato-il-superteste-giorgetti-3003361/
https://mowmag.com/attualita/chi-e-francesca-immacolata-chaouqui-dallo-scandalo-vatileaks-in-vaticano-a-emanuela-orlandi-e-alla-comunicazione-di-fedez