“Non sapevo che fosse Matteo Messina Denaro, solo un pazzo avrebbe potuto accompagnarlo sapendo che si trattava del boss”. Si è difeso così l’autista del super latitante arrestato lunedì scorso a Palermo mentre lo accompagnava alla clinica la Maddalena. Lo ha detto il suo avvocato difensore al termine dell’udienza di convalida davanti al Gip che si è svolta nel carcere Pagliarelli. L’autista, 59 anni, commerciante di olive, ha sostenuto di non conoscere Messina Denaro, che gli era stato presentato come cognato di Andrea Bonafede, e di averlo accompagnato perché doveva sottoporsi alla chemioterapia.
Processo rinviato
Intanto l’udienza del processo a Matteo Messina Denaro accusato di essere il mandante delle stragi di Capaci e via D’Amelio è stata rinviata al 9 marzo “per consentire al difensore di essere presente”. Lo ha deciso il presidente della Corte d’Assise di Caltanissetta Maria Carmela Giannazzo, dopo che oggi il boss ha deciso di non assistere all’udienza in videoconferenza dal carcere de L’Aquila. Uno dei due difensori d’ufficio del boss ha comunicato di avere ricevuto una delega orale dal difensore di fiducia nominato da Messina Denaro ed ha chiesto i termini a difesa.
“Speriamo che collabori”
“Che collabori lo speriamo tutti, ma nessuno di noi può saperlo. E’ depositario di conoscenze sulla stagione stragista del ’92 e ’94 ancora oggi non sondate e sconosciute da altri collaboratori”. Lo ha detto il procuratore generale di Caltanissetta, Antonino Patti, al termine dell’udienza del processo a Matteo Messina Denaro. Il procedimento è stato rinviato al 9 marzo per consentire all’avvocato di fiducia dell’imputato, Lorenza Guttadauro, di essere presente.
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