Le carceri scoppiano. Ci sono oltre 9 mila detenuti in più in celle di tre soli metri quadrati.
“Anche questa è violenza “, scrive nel suo documentato rapporto l’Associazione Antigone, la Onlus (sede centrale a Roma) che tutela i diritti e la legalità nel sistema penale italiano. Lo fa (bene) dal 1991 e denuncia l’inferno che ribolle dietro le sbarre: sovraffollamento, suicidi, violenze di ogni genere .
Peggio di noi ci sono in Europa solo Cipro e la Romania. E in agosto va peggio perché “‘i detenuti sono spaventati”, come spiega il docente di Criminologia e sicurezza Elton Kalica, 47 anni di cui 11 vissuti nelle prigioni italiane. Oggi Kalica sta dall’altra parte della barricata, insegna in un paio di Università (Padova e Bologna).
E aggiunge: ”Sì, questo è il periodo più brutto, per il caldo e perché vengono sospese le attività che consentono di uscire un paio d’ore dalla cella e di avere contatti. Il numero dei morti cresce e non solo per le malattie”.
Tutti d’accordo. Con l’ozio forzato la psiche è messa a dura prova. Anche il silenzio, in certi contesti, è una forma di violenza. Chiudere in cella una persona senza che possa interagire, ha ripercussioni “soprattutto in chi deve scontare lunghi periodi e per chi ha problemi psichici” averte il prof.Kalica.
Ed è il caso di ricordare che le carceri italiane sono piene di detenuti psichiatrici. Non solo: va ricordato anche che ora ci sono soprattutto stranieri e italiani figli di immigrati. Il rapporto rimarca come questi ragazzi siano trattati da stranieri solo per il colore della pelle; ragazzi pieni di rabbia e poveri. Una polveriera.
La presidente della Corte di Strasburgo è stata chiara: ”Roma intervenga”. E poi: ”Le autorità italiane devono migliorare le misure preposte a prevenire i suicidi in carcere che nel 2022 hanno raggiunto un livello senza precedenti. Roma deve altresì proseguire gli sforzi per assicurare una capacità sufficiente delle Rems; cioè la residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza”, in acronimo appunto Rems.
In Italia Rems indica una struttura sanitaria di accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi. Il richiamo è stato fatto dal comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa che ha esaminato le azioni messe in campo dall’Italia per rispondere in modo adeguato a due condanne sulla situazione nelle carceri pronunciate dalla Corte Europea dei Diritti Umani.
Per quanto concerne i suicidi in carcere, il comitato dei ministri ha preso nota delle misure prese e in particolare l’adozione nel 2017 di un piano d’azione nazionale globale per la prevenzione del suicidio e dell’autolesionismo in carcere.
Strasburgo ha evidenziato che i dati disponibili sul numero di suicidi nelle carceri italiane “sono molto preoccupanti avendo raggiunto un livello senza precedenti”. Nel 2022 i suicidi sono stati 85, il numero più alto dal 1990. Quest’anno nei primi 6 mesi se ne sono registrati già 41, tra cui tre donna. Undici solo a giugno.
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