Le ceneri di un defunto possono essere deposte in “un luogo sacro” anche comune, come accade per gli ossari. L’importante è che si indichi per ciascuno “i dati anagrafici per non disperdere la memoria”.
Le ceneri dei defunti: svolta in Vaticano
Inoltre, “posto che venga escluso ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista”, l’autorità ecclesiastica “può prendere in considerazione e valutare la richiesta da parte di una famiglia di conservare debitamente una minima parte delle ceneri di un loro congiunto in un luogo significativo per la storia del defunto”. Lo afferma la Dottrina della Fede in un documento controfirmato dal Papa.
I quesiti posti dal cardinal Zuppi
Il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Victor Manuel Fernandez, ha risposto, con un documento controfirmato dal Papa, a due quesiti, in merito alla sepoltura delle ceneri, che erano stati posti dal cardinale arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi.
Il Vaticano ribadisce che le ceneri non possono essere disperse. Ma apre a due novità. La possibilità che siano sepolte in luoghi comuni e che in parte possano essere sepolte in un luogo caro al defunto. Il card Zuppi ha informato la Dottrina per la Fede di aver costituito nella Diocesi di Bologna una Commissione, allo scopo di dare una risposta cristiana a vari problemi che derivano dal moltiplicarsi della scelta di cremare i defunti e disperdere le loro ceneri in natura.
Una minima parte nel luogo del cuore
“Lo scopo – spiegava Zuppi, secondo quanto emerge dal documento del Vaticano – è anche quello di non far prevalere i motivi economici, suggeriti dal minor costo della dispersione, e dare indicazione per la destinazione delle ceneri, una volta scaduti i termini per la loro conservazione”.
Zuppi dunque chiedeva se, “tenuto conto del divieto canonico di disperdere le ceneri di un defunto, analogamente a quanto accade negli ossari, ove si depositano e conservano cumulativamente i resti mineralizzati dei defunti, è possibile predisporre un luogo sacro, definito e permanente, per l’accumulo commisto e la conservazione delle ceneri dei battezzati defunti, indicando per ciascuno i dati anagrafici per non disperdere la memoria nominale”.
Poi chiedeva se “si può concedere ad una famiglia di conservare una parte delle ceneri di un familiare in un luogo significativo per la storia del defunto”. L’ex Sant’Uffizio risponde ad entrambi i quesiti in maniera affermativa.
La dottrina per la Fede
Si ribadisce che “le ceneri devono essere conservate in un luogo sacro (cimitero), e anche in un’area appositamente dedicata allo scopo, a condizione che sia stata adibita a ciò dall’autorità ecclesiastica”. Dal punto di vista della fede, poi, essendo basato il cristianesimo sulla resurrezione, “il corpo del risorto non necessariamente sarà costituito dagli stessi elementi che aveva prima di morire. Non essendo una semplice rivivificazione del cadavere, la risurrezione può avvenire anche se il corpo è stato totalmente distrutto o disperso.
Ciò ci aiuta a capire perché in molti cinerari le ceneri dei defunti si conservano tutte insieme, senza mantenerle in posti separati”. In ogni caso deve trattarsi di “un luogo sacro adatto alla preghiera e alle volte vicino alle chiese dove si recano le loro famiglie e vicini”.
Per queste motivazioni “è possibile predisporre un luogo sacro, definito e permanente, per l’accumulo commisto e la conservazione delle ceneri dei battezzati defunti, indicando per ciascuno i dati anagrafici per non disperdere la memoria nominale”, stabilisce la Dottrina per la Fede.
Escluso ogni equivoco panteista, naturalista o nichilista
“Inoltre, posto che venga escluso ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista e che le ceneri del defunto siano conservate in un luogo sacro, l’autorità ecclesiastica, nel rispetto delle vigenti norme civili, può prendere in considerazione e valutare la richiesta da parte di una famiglia di conservare debitamente una minima parte delle ceneri di un loro congiunto in un luogo significativo per la storia del defunto”.