Di furbetti del cartellino ne abbiamo visti e tanti, ma così tutti insieme forse è la prima volta… Chi andava a fare la spesa, chi al bar, chi, semplicemente, ne approfittava per andare a fare un pisolino in auto o a sbrigare faccende personali. Il tutto, ovviamente, durante l’orario di lavoro. Accade nella sede di Brancaccio della Rap, la partecipata del Comune di Palermo che si occupa della raccolta e smaltimento dei rifiuti. Una azienda in costante emergenza che si trova a farei i conti con spazzatura non raccolta, mezzi desueti, carenza di personale e assenteismo.
L’esercito dei furbetti del cartellino
I numeri che vengono fuori dall’ultima inchiesta della Procura di Palermo, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, sono inquietanti. In tre mesi di indagine sono finiti nel registro delle notizie di reato ben 101 dipendenti che ormai avevano messo a segno metodi sicuri per lavorare meno possibile. Tra gli escamotage un classico dei classici: a turno qualcuno strisciava cinque o sei badge consentendo ai colleghi di risultare al lavoro sebbene avessero lasciato la sede pochi minuti dopo essere arrivati. I vertici della Rap ora vogliono vederci chiaro e sono pronti a sanzionare, fino al licenziamento, chi ha fatto il furbo.
L’indagine, svolta dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Palermo Piazza Verdi, nasce dalla denuncia di una funzionaria che ha presentato un esposto lamentando furti di carburante dai mezzi della società. Da allora i militari hanno cominciato a sorvegliare i dipendenti scoprendo gli autori del furto – due dei 101 rispondono anche di questo reato – e un assenteismo massiccio e prolungato. L’inchiesta è andata avanti da maggio a luglio 2021. Gli indagati sono stati pedinati e controllati per giorni e sono venuti fuori ben 1.385 episodi. Gli inquirenti hanno stimato per la società un danno economico di quasi 40.000 euro per un ammontare di 2.800 ore di assenza.
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