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Leva militare obbligatoria, a che punto è la proposta della Lega e cosa dice la legge

Il dibattito sulla reintroduzione del servizio di leva obbligatorio si è riacceso anche in Italia, con posizioni divergenti all’interno del governo e dei partiti. Matteo Salvini, leader della Lega, sostiene l’idea di introdurre una leva obbligatoria universale di 6 mesi per ragazzi e ragazze, ma non come la vecchia naja, bensì come parte di un progetto di educazione civica. Salvini propone un approccio regionale, con attività dedicate al salvataggio, alla protezione civile e ad altre forme di servizio alla comunità. D’altra parte, il ministro della Difesa Guido Crosetto si oppone all’idea di utilizzare le forze armate come luogo di formazione per i giovani, sottolineando che esse sono destinate a formare professionisti per la difesa delle istituzioni e della pace. Anche all’interno dei partiti del centrodestra vi sono opinioni contrastanti. Mentre Elena Donazzan di Fratelli d’Italia sostiene la reintroduzione della leva obbligatoria per educare i giovani ai doveri e alla difesa della Patria, il presidente del Veneto Luca Zaia si esprime a favore di esperienze di servizio alla comunità, seguendo il modello degli alpini.

Cosa dice la legge

A livello europeo, diversi paesi stanno rivedendo le loro politiche sulla leva. Alcuni, come la Norvegia e la Danimarca, stanno aumentando il numero di reclute, mentre altri, come la Lettonia e la Svezia, hanno recentemente ripreso il servizio militare. In Italia, il servizio di leva militare rimane obbligatorio ma le chiamate sono sospese dal 2005. La legge prevede il ripristino della leva in determinate situazioni, come in caso di guerra o di grave crisi internazionale.

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