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“Io stavo cor Libanese”. Droga Roma, arrestato er Bufalo, ultimo boss della banda della Magliana

Maxi operazione dei carabinieri contro un gruppo criminale con base logistica nella Capitale. Su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma stanno eseguendo 28 misure cautelari (11 in carcere, 16 ai domiciliari e un obbligo di firma).

Per gli investigatori, a capo c’era uno dei promotori storici della Banda della Magliana, Marcello Colafigli, che nonostante in regime di semilibertà, sarebbe riuscito a pianificare cessioni e acquisti di ingenti quantitativi di droga dall’estero mantenendo rapporti con esponenti della ‘ndrangheta, camorra e della mafia foggiana. Colafigli è forse più tristemente noto come “er Bufalo”, il personaggio di “Romanzo criminale” interpretato per la tv da Andrea Sartoretti. Quello, per intenderci, che chiude la serie con il grido lanciato a una piazza deserta e ammutolita “io stavo cor Libanese”.

I carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma stanno eseguendo nelle province di Roma, Napoli, Foggia e Viterbo l’ordinanza emessa dal gip di Roma che dispone misure cautelari nei confronti di 28 persone (11 in carcere, 16 agli arresti domiciliari e un obbligo di firma).

Sono accusate, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, di tentata rapina in concorso, tentata estorsione in concorso, ricettazione e possesso illegale di armi, procurata inosservanza di pena e favoreggiamento personale.

Il sodalizio criminale, con base logistica nella Capitale e operativo nell’area della Magliana e sul litorale laziale, era capeggiato – secondo gli investigatori – da Marcello Colafigli che, nonostante in regime di semilibertà, sarebbe riuscito a pianificare cessioni ed acquisti di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti dall’estero.

Colafigli è stato riconosciuto insieme a Franco Giuseppucci, Enrico De Pedis, Maurizio Abbatino e Nicolino Selis, come uno dei promotori del gruppo criminale della Banda della Magliana. Gravato da più ergastoli, è stato condannato, tra l’altro, per il sequestro e l’omicidio del Duca Massimo Grazioli Lante della Rovere (considerata l’azione con cui la Banda ha iniziato la propria attività criminale) e l’omicidio, come mandante, di Enrico De Pedis.

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