Luglio sarà il mese più caldo mai registrato. L’Onu: “È arrivata l’era dell’ebollizione globale”

L’era del riscaldamento globale è terminata, per lasciare il posto all'”era dell’ebollizione globale”. Lo ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, dopo che è stato confermato che il corrente mese di luglio si avvia a diventare il mese più caldo mai registrato nel mondo. “Il cambiamento climatico è qui ed è terrificante – ha aggiunto – ed è solo l’inizio. E’ ancora possibile limitare la crescita delle temperature a 1.5 gradi Celsius” sopra i livelli preindustriali, “ed evitare il peggio. Ma solo con un’azione immediata e profonda”.

Luglio sarà il mese più caldo mai registrato

Secondo la World Meteorological Organization e il programma satellitare Copernicus, le temperature globali in questo mese hanno bruciato i record precedenti. La crescita costante delle temperature medie globali, spinta dall’inquinamento che intrappola la luce solare e agisce come una serra, peggiora i fenomeni climatici estremi. Per il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas, “la necessità di ridurre le emissioni di gas serra è più urgente che mai. Agire per il clima non è un lusso: è un dovere”.

Gli eventi estremi

Il record storico per il caldo fatto segnare a luglio è stato accompagnato in Italia da una media di 43 eventi estremi al giorno lungo la penisola, tra grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento, praticamente raddoppiate (+95%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

A luglio caldo record e 43 eventi estremi al giorno

E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) in riferimento alle ultime ricerche del Copernicus Climate Change Service dell’Unione europea e della la Wmo (World Meteorological Organization) dell’Onu, secondo cui le prime tre settimane di luglio sono state le più calde mai registrate e il mese è sulla buona strada per essere il più caldo di sempre e il luglio più caldo in assoluto.

“L’ondata di calore africana è la punta dell’iceberg delle anomalie di questo pazzo 2023 che – continua la Coldiretti – è stato segnato, fino ad ora, prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature ed infine dal caldo torrido di luglio con danni all’agricoltura e alle infrastrutture rurali che supereranno i 6 miliardi dello scorso anno, dei quali oltre 1 miliardo solo per l’alluvione in Romagna”.

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Gianluca Pace