Il giovane di 29 anni, cittadino colombiano, accusato di aver violentato una ragazza di 18 anni tra l’8 e il 9 giugno scorsi a Pordenone, è stato arrestato grazie a una prova fondamentale fornita ai Carabinieri da sua madre. Come riporta il Gazzettino, il giovane è tornato nella notte a casa, si è spogliato e ha messo gli abiti a lavare.
La donna poi ha notato ampie macchie di colore fucsia sui vestiti che non riusciva a pulire. Diffuse le notizie della violenza, la donna ha messo in relazione ora e macchie, e ha capito che erano state causate da uno spray anti aggressione, e ha denunciato il figlio. Questi aveva già preso contatti per fuggire in Spagna.
La ragazza nel tentativo di difendersi dall’aggressione aveva spruzzato addosso al giovane lo spray riconoscibile. La sostanza contenuta è indelebile, analoga a quella utilizzata per marcare banconote dalla provenienza illegale o che comunque si vogliono rendere riconoscibili.
Molto importante è considerata dai Carabinieri – che già erano sulle tracce del giovane violentatore – anche la testimonianza della sorella dell’arrestato. La donna si è schierata da subito anche lei con la vittima e ha riferito alle forze dell’ordine di aver sentito il fratello che telefonava in Spagna sembra per assicurarsi la fuga dall’Italia. E’ anche per questa circostanza che i Carabinieri hanno accelerato le indagini e arrestato il giovane poche ore più tardi.
“Sono una donna, una mamma e sono preoccupata. Sono una persona rispettabile e temo che mio figlio sia coinvolto nella violenza sessuale di cui ho letto sul giornale”. Con queste parole la mamma si è rivolta ai Carabinieri per denunciare la violenza sessuale che il figlio aveva commesso.