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La madre costringeva la figlia 13enne a fare sesso al telefono con l’amante: abusi, botte, pedopornografia

Dal Salento a Milano, questa storia corre sul filo del telefono e rivela un degrado morale agghiacciante di abusi e molestie familiari ai danni di una ragazzina di 13 anni. I fatti. Una signora salentina e un milanese di 52 anni intrecciano una relazione virtuale dopo uno scambio di foto su Instagram. 

E’ una relazione che prevede un certo tasso di perversione, tanto che la donna per non avere problemi di, diciamo, agibilità domestica durante le sessioni video, imbottiva di ansiolitici il marito, 5 pasticche la mattina, altre cinque la sera.

La coppia esagera quando, di fronte alle richieste di lui, lei non esita a costringere la figlia tredicenne a fare sesso al telefono con l’amante. Progressivamente, l’uomo ha  preso il controllo totale della vita dell’adolescente, specie nei suoi aspetti più intimi. Orari fissi per i rapporti sessuali, se rifiutava, giù botte dalla madre. Al culmine della crudeltà umana, la signora inviava le foto dei tagli, dei lividi compiacendo l’amico. Accessoriamente, la costringevano a mettersi in posa per immagini di esplicito contenuto pedopornografico. La ragazzina è caduta in una profonda depressione, non usciva più di casa. 

Fino a quando un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Lecce ha fatto arrestare i due. Sono accusati di pornografia minorile, stalking per l’uomo, e maltrattamenti in famiglia per la donna.

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