Maltempo Emilia Romagna: nell’arco di 24 ore sono caduti fino a 200 millimetri di pioggia, con intensità massime nella fascia tra Monghidoro, Civitella di Romagna e Castrocaro Terme.
“La peculiarità del maltempo in Emilia Romagna che è stato classificato come estremo in base ai dati degli ultimi 20 anni, è che sta insistendo nella stessa area già colpita due settimane fa”, dice all’agenzia Ansa Paola Salvati, dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
“Vuol dire che i terreni erano già saturi e dunque non hanno potuto assorbire l’acqua in eccesso, che scorrendo in superficie ha aggravato le piene di tutti i fiumi”.
“La causa di questo evento estremo va ricercato in un ciclone imprigionato: “si è creata una situazione di stallo”, osserva Marina Baldi, climatologa dell’Istituto per la BioEconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche: “Poiché ci sono due aree di forte pressione su Nord Atlantico ed Europa Orientale, che tengono il ciclone bloccato sopra il Centro Italia”.
La ricercatrice aggiunge che si tratta di un fenomeno che può capitare, ma è molto insolito, soprattutto nel mese di maggio, ed è particolarmente intenso:
“La sua straordinaria intensità – aggiunge Baldi – è dovuta al fatto che il ciclone sta risucchiando aria molto umida proveniente dalle zone tropicali”.
Il maltempo si estende fino alla Marche, testimoniando il suo carattere di eccezionalità anche dal punto di vista dell’estensione spaziale. Infatti, le piogge sono concentrate in Emilia-Romagna, ma eventi violenti come i tornado si contano anche lungo la costa tirrenica: stamattina, intorno alle ore 9,00 italiane, ne è stato riportato uno a Pomigliano d’Arco, in Campania, come registra il Database europeo sulle condizioni meteorologiche avverse (Eswd). Il ciclone, nato sulle coste del Nord Africa, ha risalito la nostra Penisola da Sud, iniziando dalla Sicilia e arrivando fino al Centro-Nord. Qui, l’aria ricca di umidità si è scontrata con gli Appennini, scaricando ingenti quantità di pioggia in modo costante nelle stesse zone. Questa situazione è stata ulteriormente aggravata dal fatto che il ciclone si è praticamente fermato sopra l’Emilia-Romagna, e che i forti venti sulla costa con mare molto agitato hanno ostacolato lo scorrimento delle acque dall’Appennino verso l’Adriatico.
“Purtroppo, le zone colpite sono caratterizzate da un’elevata predisposizione al dissesto idrogeologico – aggiunge Salvati – ed essendo già sottoposte a forte stress hanno favorito frane diffuse”. Secondo Salvati, stiamo andando verso una convivenza con eventi estremi legati all’acqua: da un lato le siccità prolungate e dall’altro le alluvioni.
“Dobbiamo farci trovare pronti: occorre una maggiore consapevolezza dei rischi fin dalla scuola, un po’ come si fa per il rischio terremoti. Ad esempio – dice ancora Salvati – quando si acquista una casa nessuno si informa mai sulla pericolosità della zona dal punto di vista idrogeologico, nessuno pone questo tipo di domande, ma la conoscenza è essenziale. Molto spesso – aggiunge ancora la geologa – i dati sulle vittime raccontano che la persona è stata colta di sorpresa, non aveva compreso la gravità del rischio”.
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