La mamma di Paolo Stasi, il 19enne di Francavilla Fontana (Brindisi) ucciso due mesi fa sotto casa da un 18enne, racconta tutto. A suscitare scalpore in particolare sono le chat tra la vittima e sua madre, conversazioni nelle quali la donna chiede al ragazzo: “Mi prepari uno spinello?”. “Subito, capo”, risponde il figlio. A spiegare il contenuto dei messaggi agli inquirenti è stata proprio la donna. Alla quale gli investigatori avevano chiesto spiegazioni di quelle comunicazione con suo figlio.
La donna, 52enne, è stata ascoltata dai carabinieri e dal pm in più occasioni, compresa la sera dell’omicidio. I carabinieri hanno analizzato il telefono del ragazzo e hanno ricostruito i messaggi scambiati con la madre nell’ultimo mese e mezzo. Così come quelli tra Paolo e l’amico 18enne che lo avrebbe ucciso.
Dal telefono della vittima è emerso anche un altro dettaglio importante sull’ultima telefonata che il 19enne ha ricevuto poco prima di morire. Dai tabulati telefonici è arrivata una chiamata da un numero registrato in rubrica con il nome dell’amico indagato. La scheda di quel numero era però intestata a un uomo nigeriano, che è risultato totalmente estraneo alla vicenda. Paolo Stasi è stato ucciso qualche minuto dopo. A trovare il corpo ormai senza vita del ragazzo sulle scale di casa, è stato il papà che poi avrebbe chiamato i soccorsi. Poco distante dal corpo del ragazzo è stato trovato un borsone con all’interno del materiale per il confezionamento della sostanza stupefacente e tracce di hashish.
Come rivela l’ordinanza del tribunale del riesame di Brindisi, che ha confermato il sequestro della pistola a gas e dei soldi trovati a casa del 18enne indagato per il delitto, l’ipotesi degli inquirenti è che il movente dell’omicidio possa essere stato uno sgarro negli ambienti dello spaccio. Va accertato se Paolo Stasi sia stato coinvolto direttamente o se sia stato tirato in ballo da qualcuno che lui voleva difendere.
Secondo gli investigatori, i 9mila euro trovati in casa del 18enne indagato e sequestrati sarebbero frutto proprio dei proventi del traffico di droga. La circostanza è riportata sempre nelle pagine dell’ordinanza che ha rigettato la richiesta di restituzione di arma e denaro al ragazzo. Gli investigatori ricordano inoltre i continui contatti telefonici fra Paolo Stasi e l’indagato poco prima dell’omicidio. Elementi che fanno ipotizzare è che il 19enne custodisse lo stupefacente per conto dell’amico.
Per il delitto di Stasi restano indagati, con l’accusa di omicidio volontario in concorso, aggravato da futili motivi e da premeditazione, un ragazzo di 18 anni e un 19enne: tutti e due restano a piede libero.
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