Maserati apre un nuovo periodo di cassa integrazione. Nel complesso sono 220 i lavoratori interessati nello stabilimento modenese, tra operai ed impiegati. Una scelta dettata dal drastico calo degli ordini che crea non poche preoccupazioni nei sindacati che incontreranno i rappresentanti dell’azienda il 25 gennaio.
Maserati, la crisi delle vendite
Era dal settembre del 2021 che non venivano utilizzati gli ammortizzatori sociali nel sito modenese, dove era stata lanciata la Mc20. La supercar realizzata e prodotta interamente a Modena in due versioni, cabrio e spider, a quanto pare fatica a decollare nelle vendite. “Chiediamo di definire i contorni della crisi delle vendite che non può essere attribuita unicamente al calo del mercato cinese” ha detto Alberto Zanetti dalla Uilm, sottolineando che i lavoratori devono avere un programma più completo sulle intenzioni di Stellantis per quanto riguarda il marchio Maserati.
Futuro incerto
“Il tridente Maserati è Modena. Per questo Fim Cisl insieme a tutta la città e le sue istituzioni seguono con grande preoccupazione la vicenda. Chiediamo chiarezza, perché i dati ci dicono che il polo di Modena ha centrato tutti gli obiettivi di produzione negli ultimi due anni – commenta invece Alessandro Gamba, segretario generale aggiunto Fim Cisl Emilia Centrale – .La sua esistenza non è in pericolo, ma c’è un calo importante degli ordini per il modello Mc20. Per questo verificheremo senza sconti che il piano industriale per i nuovi modelli procedano chiudendo questa fase di riorganizzazione. Maserati deve continuare ad investire senza sosta sulla qualità del suo brand”.
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