“Fino a stanotte ero incensurato. Poi non so che è successo”. Così ha risposto Matteo Messina Denaro nel carcere Le Costarelle a L’Aquila a chi gli chiedeva i suoi precedenti per la compilazione della scheda anagrafica.
Il boss non ha voluto mangiare. Non ha chiesto giornali, libri o altro. A parte il tumore, durante la visita è apparso in buone condizioni di salute. Poi è stato accompagnato in cella. Dove sarà in regime di 41 bis.
La Repubblica aggiunge che nel carcere de L’Aquila, dove è arrivato a notte inoltrata, il boss si è presentato col giaccone e il berretto in pelle, camicia e pantaloni di marche di lusso, cintura di pitone, stivaletti di pregio. All’aeroporto di Boccadifalco ha chiesto carta e penna per scrivere un appunto: “I carabinieri del Ros e del Gis mi hanno trattato con grande umanità”. Alla domanda se la sua famiglia avesse precedenti ha replicato: “Quale famiglia?”.
Il Fatto Quotidiano spiega invece come Messina Denaro ha già chiuso le porte a qualsiasi tipo di collaborazione con lo Stato. “Non voglio collaborare”, è il senso di quello che ha detto al procuratore Maurizio De Lucia. Il quotidiano racconta anche la reazione dei boss detenuti all’arresto: “Se lo sono venduti”, è stato il commento di alcuni esponenti dei clan di camorra. Nelle celle dei boss invece vige la regola del silenzio.
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