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E’ morto Maurizio Costanzo: il giornalista e storico conduttore tv aveva 84 anni

Maurizio Costanzo è morto a Roma nella mattinata di oggi, venerdì 24 febbraio. Il giornalista e conduttore tv, notissimo e amato dal grande pubblico, aveva 84 anni. Dà notizia del suo decesso l’ufficio stampa.

E’ morto Maurizio Costanzo 

Costanzo è stato giornalista, conduttore tv, autore e sceneggiatore. Nato a Roma il 28 agosto 1938, Costanzo ha firmato decine di programmi radiofonici e televisivi e di commedie teatrali (Il marito adottivo, Vuoti a rendere ecc.). Ha raggiunto la grande popolarità nel 1976, conducendo in Rai il talk-show Bontà loro.

Il Maurizio Costanzo Show

Ma il suo nome è legato anche al Maurizio Costanzo show, in onda dal 1982 su Mediaset. Tra i suoi programmi più noti, anche Buona domenica. Ha scritto numerosi libri, tra i quali Chi mi credo di essere (2004, in collab. con G. Dotto), E che sarà mai? (2006), La strategia della tartaruga (2009), Sipario! 50 anni di teatro. Storia e testi (2015), Vi racconto l’Isis (2016) e Smemorabilia. Catalogo sentimentale degli oggetti perduti (2022).

Dal 1995 è stato sposato con Maria De Filippi. Costanzo aveva tre figli: Camilla, Saverio e Gabriele. Come scrive Aldo Grasso sul Corriere della Sera, ha realizzato programmi ottimi ed altri meno. E’ stato tante cose: “Quello della camicia con i baffi nello spot Dino Erre Collofit, quello della tessera numero 1819 della P2”. 

L’attentato nel 1993

Quasi 30 anni fa, esattamente il 14 maggio 1993, il presentatore insieme a Maria De Filippi stava tornando a casa a Roma a bordo di una Mercedes. Una Fiat Uno imbottita di 100 kg di esplosivo ad alto potenziale, parcheggiata in via Fauro, esplose in maniera fragorosa. L’esplosione causò ingenti danni ai palazzi circostanti e provocò il muro di una scuola delle vicinanze. Per sua fortuna Costanzo si salvò rimanendo illeso.

A mettere la bomba fu la mafia. Costanzo è stato infatti per molti anni in prima linea alla lotta alla mafia. Da ricordare la sua intervista a Giovanni Falcone, interrotta bruscamente da Totò Cuffaro che si trovava nel pubblico (visibile qui di seguito). In quel periodo era fortemente impegnato nelle sue trasmissioni nel contrastare il messaggio mafioso. Dopo l’omicidio di Libero Grassi, insieme a Michele Santoro realizzò anche una maratona televisiva a reti unite Rai-Fininvest dedicata alla lotta alla mafia. I toni furono aspri (fu bruciata in diretta una maglietta con scritto Mafia made in Italy). 

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