“Matteo Messina Denaro si è risvegliato dall’operazione che è andata molto bene, è vigile e attivo. E’ in terapia intensiva solo per prassi dopo interventi del genere”. Lo dice il garante dei detenuti in Abruzzo, Gianmarco Cifaldi dopo l’intervento a cui è stato sottoposto all’ospedale dell’Aquila il boss mafioso. Messina Denaro, nella giornata di ieri era stato ricoverato in ospedale . L’avvocato aveva spiegato che l’ex boss ha un tumore al quarto stadio che non gli permette nemmeno di reggersi in piedi.
“La degenza in ospedale dipende dalla combinazione tra il consulto sanitario e gli approfondimenti del Dap che deve valutare le azioni per garantire la sicurezza interna ed esterna – afferma ancora Cifaldi – Tutte le azioni vanno a garantire i diritti costituzionali sia per il boss sia per tutte le persone libere”.
Quanto alla richiesta di scarcerazione annunciata dai difensori di Messina Denaro in quanto il regime del 41 bis sarebbe incompatibile con le condizioni di salute di Messina Denaro, Cifaldi sottolinea: “Garantiamo il diritto alla salute con personale medico qualificato e tutte le Agenzie dello Stato stanno operando nel rispetto del dettato costituzionale, me compreso”.
Emergono intanto nuovi particolari sull’interrogatorio che Messina Denaro ha rilasciato ai pm nel febbraio scorso dopo l’arresto. Una di queste è sulle telecamere che vennero piazzate con lo scopo di riprendere il boss: ‘Tutte le telecamere di Campobello e Castelvetrano le so, primo perche’ ho l’aggeggio che le cercava, che non l’avete trovato; e poi perché le riconosco”.
Matteo Messina Denaro spiega come era in grado, da latitante, di individuare le videocamere piazzate nel trapanese dagli investigatori che gli davano la caccia. Al procuratore di Palermo che gli chiede dove avesse nascosto l’apparecchio usato per intercettare le telecamere, mai trovato nei covi del capomafia il boss risponde: “In un altro posto. No, a Campobello no, era un altro… non era in quella casa..”. Prosegue il boss: “Poi c’era un’altra cosa. Molte di queste telecamere, quando le piazzavano c’era un segnale, il maresciallo dei Ros, c’era sempre lui. Appena si vedeva lui con due o tre fermi in un angolo, già stavano mettendo una telecamera, anche se ancora non avevano messo. ‘Va beh, ma lei non è che era sempre in giro?’, gli dice il magistrato.. ‘No, me lo dicevano. Amici miei, che non dico”.
I magistrati chiedono a Messina Denaro come è nato il celebre selfie con il medico clinica La Maddalena che dopo il suo arresto provocò diverse critiche: “Lo sa il selfie con il medico lo sa com’è nato? Lui è stato uno di quelli che mi operò, il primo aiuto, al fegato. Io ci andavo ogni mese, perché lui mi doveva visitare la ferita, me la curava lui, perché è una ferita abbastanza pesante. Ad un tratto mi alzo, ci salutiamo, perché avevamo un rapporto… ci davamo pure del tu, abbracci, bacio, eh, sto per girarmi e mi fa cosi: ‘Ce lo facciamo un selfie assieme?, e io che dico no?”.
“Ma lui sapeva che mestiere faceva?”, gli chiede il magistrato. “Si, l’imprenditore agricolo, olio di olive“, risponde il capomafia.
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