Una traduzione multilingue, e molto bizzarra, per le stazioni della metropolitana di Roma. É questo uno dei servizi offerti dal sito “metropolitane di Roma”. Un sito che all’apparenza sembra di quelli ufficiali gestiti dal Comune di Roma ma che non lo è.
Il sito utilizza anche la nota “M” rossa che si trova davanti a tutti gli ingressi delle stazioni della metropolitana nella Capitale e offre una traduzione, attraverso un tasto digitale in basso a sinistra, nelle cinque lingue più diffuse in Europa: oltre all’italiano sono disponibili l’inglese, il francesce, il tedesco e lo spagnolo. Per uno straniero che non parla la lingua italiana, orientarsi tra le fermate metropolitane non dovrebbe rappresentare un compito arduo visto che, Roma, ha solamente tre linee. Infatti non si capisce il motivo per il quale, le stazioni, debbano essere tradotte.
La traduzione bizzarra delle fermate della Metro di Roma
Uno degli esempi più bizzarri è forse quello della stazione Eur Fermi, diventata “Eur Stop” in inglese. Pietralata, invece, è tradotta con un improbabile “Stoned”. Lo scalo ferroviario principale della città, la stazione Termini, diventa la seconda persona singolare del verbo terminare: “Terms” in inglese e “Termes” in francese.
L’idea di mantenere i nomi originari, come si è scelto di fare per Baldo degli Ubaldi, Battistini, Cornelia, Furio Camillo forse perché di difficile traduzione, non è stata seguita anche per altre fermate. Porta Furba è diventata “Smart door”, Colli Albani, “Alban Hills”.
Ad esempio in francese Lepanto e Valle Aurelia, trovano una traduzione (Lépante e Vallée Aurelia) che l’inglese aveva loro risparmiato. Porta Furba diventa “Porte intelligente” e sulla linea B Pietralata diventa “Lapidé”.
Chi ha creato il sito web
Nella sezione “disclaimer” del sito, gli autori chiariscono le origini e gli scopi dell’iniziativa. Come si legge, infatti, il sito “è un progetto editoriale autonomo, volto a promuovere la storia e le informazioni utili a fruire della metropolitana di Roma”. In molti hanno creduto potesse trattarsi di un portale ideato e gestito dall’amministrazione capitolina o dalla municipalizzata del trasporto pubblico, tanto che la stessa Atac ha contattato il sito: “Ci hanno contattati chiedendo di pubblicare quanto segue – prosegue il testo – cioè ‘la non ufficialità del sito in quanto non richiesto e non realizzato da o per conto di Atac o del Comune di Roma’”. Il portale non vende biglietti, non gestisce il servizio pubblico, non fornisce relative informazioni.