Migranti in Danimarca, non sono proprio rose e fiori. e i tedeschi si chiedono se 1uesta gestione dell’accoglienza possa essere un modello per la Germania.
La Danimarca, riferisce la Bild, si affida alle “leggi sul ghetto”, alla confisca dei gioielli, al bonus per la deportazione.
Aggiunge il più diffuso quotidiano tedesco: limiti massimi, offensive di deportazione, polizia di frontiera: la Germania sta discutendo le misure giuste per combattere il numero in rapida crescita di rifugiati. L’attenzione è sempre più rivolta alla Danimarca: il vicino del nord è visto da molti come il paese modello nella lotta contro l’immigrazione clandestina – e contro i partiti di destra!
La Germania intensifica la lotta all’immigrazione clandestina: limiti massimi, offensive di deportazione, polizia di frontiera e l’attenzione sembra spostarsi sempre più sulla Danimarca che viene vissuta da molti come modello di gestione dell’accoglienza.
La Danimarca, paese governato dai socialdemocratici, sembra infatti essere riuscito a tenere sotto controllo il problema dell’immigrazione attraverso un percorso duro e in parte controverso, ma che pare funzionare.
Mette Frederiksen, Primo Ministro danese e leader dei socialdemocratici e il Ministro per l’integrazione Kaare Dybvad Bek si sono posti l’obiettivo di ridurre a zero il numero dei richiedenti asilo per salvaguardare, secondo quanto dichiarato da Beck, l’identità della loro società in modo tale che sia riconoscibile dai propri cittadini.
Ho ricordato come la Danimarca sia stato il primo paese a firmare la Convenzione sui rifugiati e che sarà certamente l’ultimo paese a lasciarla ma è ormai evidente che i cittadini europei non accettino più che la loro vita quotidiana stia lentamente cambiando per un’immigrazione senza regole e che il divario tra loro e le persone di origine straniera sia in aumento. Questa percezione sposta gli elettori verso l’estrema destra.
Al fine di evitare di perdere gli elettori, il governo socialdemocratico ha iniziato ad adottare numerose misure, alcune molto severe, dal 2015 che hanno fatto diminuire drasticamente il numero dei richiedenti asilo nel Paese. La Danimarca, che prima era al quinto posto nella classifica dei Paesi con il maggior numero di richiedenti asilo, si trova ora in 20esima posizione.
Queste alcune delle misure adottato dalla Danimarca per intervenire sulla crisi migratoria:
Piano anti-ghetto: per prevenire la nascita di società parallele e di hotspot sociali nelle zone residenziali, la quota di migranti non occidentali che può vivere in questi distretti è scesa dal 50% del 2018 al 30% di oggi. Al fine di rispettare questa quota, il governo ha adottato misure drastiche, come la demolizione di case e la ricollocazione forzata di persone.
Pene più severe: ogni dicembre viene pubblicata una “lista dei ghetti” dei singoli distretti che ha portato ad un aumento della presenza delle forze dell’ordine e a sanzioni più severe verso chi delinque.
Asilo nido obbligatorio: nei “ghetti”, è obbligo per tutti i bambini a partire da un anno di età frequentare un asilo nido per apprendere la lingua e i valori danesi. Laddove i genitori dovessero rifiutarsi, lo Stato provvede a ritirare il loro sostegno familiare.
Bonus ritorno a casa: il governo offre fino a 5.400 euro ai richiedenti asilo al fine di incentivare il ritorno volontario nei rispettivi Paesi di origine.
Ritiro dei gioielli: alla frontiera i beni dei richiedenti asilo possono essere confiscati per coprire i costi dell’accoglienza ai sensi della famosa e controversa “legge sui gioielli” adottata dal Paese nel 2016.
Centri di espulsione: laddove i richiedenti asilo siano respinti e la situazione di sicurezza dei loro Paesi di origine è instabile e tale da mettere in pericolo la loro incolumità, queste persone devono rimanere in appositi “centri di rimpatrio”.
Maggiore deterrenza: alcune misure di deterrenza sono state adottate per disincentivare i richiedenti asilo a presentare domanda in Danimarca, tra cui, per esempio, l’impossibilità per queste persone di lavorare nel Paese, i tagli ai fondi per i rifugiati, la maggiore difficoltà dei test di lingua e di cittadinanza, la revoca del permesso di soggiorno in caso di mutamento della situazione politica del paese di origine. Inoltre, anche i ricongiungimenti familiari sono resi più difficili.
Prigione nel Kosovo: fino a 300 criminali provenienti da paesi terzi e condannati in Danimarca sconteranno le rispettive pene in un carcere del Kosovo e, una volta liberati, dovrebbero essere riportati nei loro paesi d’origine.
Centri di asilo nei paesi terzi
Inoltre, il governo socialdemocratico danese stava pianificando di spostare i centri di asilo in paesi terzi con cui intendeva stipulare accordi, come il Ruanda, la Tunisia, l’Etiopia e l’Egitto. Le persone richiedenti asilo sarebbero state trasferite nei centri e lì avrebbero, dunque, dovuto attendere la risposta alla loro domanda di asilo. La decisione danese all’epoca aveva sollevato remore e preoccupazione in Europa, tanto che la Commissione europea ne prese le distanze e si riservò il diritto di intraprendere un’azione legale. Il piano danese sui centri di asilo, attuabile sul piano giuridico dal 2021, è stato interrotto a gennaio 2023.
Aspre, poco accoglienti e, in molti casi, controverse le misure danesi per controllare l’immigrazione nel Paese, dunque. Eppure, la strategia messa in atto dal governo è riuscita a frenare l’emorragia di voti andati all’estrema destra. Il partito popolare di destra, che aveva guadagnato un enorme numero di elettori a causa della crisi sui rifugiati, è sceso infatti dal 21% del 2015 a solo il 2,6%.
A parere degli esperti, conclude Bild, il successo delle misure adottate dipende proprio dal loro effetto deterrente.
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