Arrestati per sbaglio in esecuzione di una condanna: nel giro di tre settimane, due cittadini stranieri – immacolati da un punto di vista legale – sono finiti in galera a Milano senza averne colpa alcuna.
Milano, in cella da innocenti: due errori giudiziari in 21 giorni
Due errori giudiziari in meno di un mese. Un cittadino cinese di 53 anni è stato arrestato il 24 gennaio scorso mentre stava per prendere l’aereo: andava a trovare i suoi, è finito invece in manette con l’accusa di ricettazione di telefonini contraffatti, condannato a un anno e 4 mesi. Una vicenda di dieci anni fa, cui era assolutamente estraneo.
Per fortuna un agente di polizia penitenziaria è riuscito a risalire a data e luogo di rilascio del permesso di soggiorno: Alessandria 2016, e non Milano 2009, il permesso del vero condannato, suo connazionale omonimo. Per il povero cinese 4 giorni in gattabuia.
Decisamente peggio è andata al 35enne originario del Bangladesh (lavoro, documenti, affitto, tutto regolare). Lui ha dovuto scontare ben 4 mesi di carcere prima che qualcuno si accorgesse che con la rissa con morto del 2020 lui non c’entrava proprio niente.
Stavolta la colpa si deve a un’errata interpretazione del CUI, codice univoco identificativo (impronte digitali e fotosegnalazione associate a un codice alfanumerico). Talmente univoco da appartenere a un’altra persona. Che aveva fornito false generalità, appunto il nome dell’ignaro 35enne.
Negli ultimi 24 anni oltre 24 mila persone sono finite in carcere da innocenti e per risarcirle lo Stato ha speso più di 630 milioni di euro.