E’ un caso di scuola il mismatch, l’incontro mancato, tra domanda e offerta di lavoro quello raccontato dal fondatore della Plastic Puglia, azienda leader mondiale nel settore dell’irrigazione a goccia. Il barone Vitantonio Colucci racconta al Corriere del Mezzogiorno il corto circuito imprevisto occorso al momento di reclutare nuova forza lavoro.
Pur offrendo contratti regolari, stipendi incoraggianti (1.600-1.700 euro al mese, che può arrivare fino a 2.200 euro con straordinari e trasferte) da sei mesi latitano le candidature. Servirebbero autisti, meccanici, elettricisti, carpentieri e manovali: non se ne trova uno.
Eppure parliamo di una realtà imprenditoriale all’avanguardia anche nella missione sociale d’impresa: per dire, bonus da 6mila euro per ogni nascita più 350 euro in più al mese per un anno.
“Non conosco i motivi precisi di questa situazione, ma evidentemente c’è qualcosa che non funziona – spiega Colucci al Corriere del Mezzogiorno-. Da una parte ci sono gli imprenditori che offrono lavoro, dall’altra c’è chi lo cerca, ma queste due categorie non si incontrano. Lo Stato dovrebbe attivarsi e fare in modo che ci sia un punto di contatto”.
Non poteva essere più lucido nel fotografare la situazione. Si chiamano politiche attive del lavoro, al momento inversamente proporzionali all’erogazione di sussidi a pioggia. Sussidi che servono, ma non da soli.
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