Una donna è morta in un ospedale dell’Aretino a causa di uno shock anafilattico causato da un antibiotico somministrato endovena, evento verificatosi vent’anni fa. Il Tribunale di Arezzo, presieduto dal giudice Marina Rossi, ha recentemente emesso una sentenza che condanna l’Asl Toscana sud est al pagamento di un risarcimento milionario ai familiari della vittima. La donna, all’epoca cinquantaseienne, era stata ricoverata in day hospital per ricevere un antibiotico contro un’infezione al ginocchio. Nonostante avesse avvisato il marito e le figlie che sarebbe tornata a casa dopo la terapia, purtroppo non fu così: poche ore dopo l’inizio del trattamento, venne colpita da uno shock anafilattico e morì.
La sentenza
Il Tribunale ha stabilito che la donna avrebbe potuto essere salvata con un intervento tempestivo e una terapia appropriata. Tuttavia, secondo la sentenza, il personale medico non ha agito in modo adeguato, non somministrando immediatamente adrenalina, ossigenoterapia e liquidi, procedure che avrebbero potuto evitare il decesso della paziente. La sentenza ha sottolineato la mancanza di azione da parte del personale medico, evidenziando che tali procedure di emergenza erano disponibili nella struttura ospedaliera. Il risarcimento di un milione di euro è stato concesso per coprire sia i danni patrimoniali che non patrimoniali subiti dai familiari della vittima, inclusi il marito, le due figlie e i due fratelli. Questa sentenza, che giunge a vent’anni di distanza dall’evento tragico, mette in luce la necessità di un’adeguata tempestività e competenza nel trattamento delle emergenze mediche per evitare tragedie simili in futuro.