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Morti sul lavoro, una mattanza da fermare non con le leggi ma con i controlli
La strage nel cantiere di Firenze – 5 operai morti e 3 feriti – impone dei provvedimenti urgenti. Sono già 145 i morti in Italia quest’anno e il contatore non ha mai smesso di fermarsi. È una guerra silenziosa che miete vittime ogni giorno. E il 40% dei decessi sui luoghi di lavoro finiscono fuori statistica perché “figli del nero” sfuggendo così al conteggio. L’anno scorso i lavoratori morti nel nostro Paese sono stati 1.485, più di 4 al giorno. Dal primo gennaio 2008 ad oggi i decessi, compresi quelli di Firenze sono stati 21.055, circa la metà (10.474) a causa degli infortuni sui luoghi di lavoro, tutti gli altri in strada o in itinere. È il 30% dei morti non ha nessuna assicurazione.
E allora che fare? Ognuno dice la sua. In queste ore si legge di tutto. La UIL e il democratico Scotto, ad esempio, hanno proposto una “patente a punti” anche per le imprese edili. Il governo ha promesso la solita stretta: la ministra Marina Calderone, proprio a Firenze, ha detto: “Avremo più ispettori e siamo pronti a discutere di omicidio sul lavoro”. Elly Schlein invita FdI a unirsi sul fronte della sicurezza ma servono iniziative urgenti. Era ora. Ecco da dove partire.
- Più controlli nei cantieri. Dice bene lo scrittore Stefano Massini puntando dritto al problema: “Fino a quando qualsiasi tutela sul lavoro sarà vissuta come una forma di lusso, e non come un diritto, continueranno queste sciagure”. Non servono nuove leggi. Bisogna aumentare i controlli. Sia per i lavori pubblici che per quelli privati. Controlli intesi a prevenire e non a essere punitivi. E poi come dice l’Ance occorrono incentivi per chi investe sulla formazione.
- Rivedere la logica dei subappalti. Quello dei subappalti è un sistema di per sé pericoloso. Certo una impresa seria ha tutto l’interesse a subappaltare a una impresa altrettanto seria, visto che il responsabile legale rimane comunque il primo appaltatore. Basta con gli appalti al ribasso per spendere il minimo e guadagnare il massimo. Il prezzo della vita non è al ribasso. L’ultima volta che si è trattata in modo strutturale, a livello normativo, la sicurezza, è stato nel 2008 con il “decreto 81” i cui punti cardine erano: prevenzione, formazione e repressione. Da allora non c’è più stato alcun aggiornamento.
- Stroncare le nuove forme di caporalato. Il caporalato è una forma illegale di reclutamento e organizzazione della manodopera nel lavoro dipendente. È diffuso soprattutto in quattro regioni: Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Ma il fenomeno degli intermediari – detti appunto caporali – che assumono per breve periodo (giornaliero o al più settimanale) operai senza rispettare le regole di assunzione e i diritti dei lavoratori è una piaga che si trascina dalla metà del Novecento e che è tuttora presente in forme nuove, addirittura prossime alla schiavitù. Un orrore da stroncare.
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