Michele Raule, un ingegnere meccanico di 50 anni di San Lazzaro (Bologna), è tragicamente morto in un incidente sul Monte Bianco. Raule stava completando un’escursione per raccogliere fondi per l’associazione Ageop, che aiuta i bambini malati di tumore. Era in compagnia di altre tre persone, tra cui il fratello, e stava rientrando dalla vetta tramite la via normale italiana quando è scivolato su un nevaio vicino al rifugio Gonella, precipitando per circa 100 metri in un canalone e finendo in un crepaccio del ghiacciaio del Miage.
L’impresa di Michele Raule
Raule aveva annunciato la sua impresa tramite i social media, descrivendo la sua sfida come un viaggio estremo dal mare alla vetta del Monte Bianco senza soste per dormire. La sua avventura era partita da Genova in bicicletta fino alla Val Veny, da dove avrebbe proseguito a piedi fino alla vetta del Monte Bianco. Aveva accumulato 75.000 metri di dislivello positivo dall’inizio dell’anno in preparazione per questa impresa, motivato dalla causa benefica per l’Ageop.
Il progetto ‘Quattro Vette per Cinque Stati’
L’impresa faceva parte del progetto di Raule, iniziato nel 2022 e intitolato ‘Quattro vette per cinque Stati’, che prevedeva la scalata delle cime più alte d’Italia e dei quattro paesi confinanti (Francia, Svizzera, Slovenia, Austria). Raule intendeva completare il progetto nel 2025, percorrendo in bicicletta i chilometri dal litorale marino più vicino all’inizio della via di salita di ogni vetta.
Recupero del corpo
Il corpo di Raule è stato recuperato dal Soccorso alpino valdostano e dal Soccorso alpino della guardia di finanza di Entrèves, che si sta occupando delle operazioni di polizia giudiziaria. La tragedia ha colpito profondamente la comunità, e Raule lascia la moglie e tre figli.