Il murales con disegnato un uomo che allatta un bambino divide Rimini e diventa un caso anche politico. Ieri se n’è discusso tanto e nella notte qualcuno l’ha cancellato, imbrattandolo con della vernice bianca. La Lega attacca il murales, mentre il sindaco Jamil Sadegholvaad difende il graffito, apparso su un muro nei pressi del porto, in via Girolamo Savonarola, ad opera di un collettivo di writer locali. È l’ultima polemica su temi Lgbt innescata dal centrodestra, dopo quella sulle carriere alias, con la lettera di Fratelli d’Italia alla preside del liceo Marco Polo di Venezia. Qui lo scontro è sul consentire agli studenti transgender di sostituire il nome anagrafico ricevuto alla nascita. Con il sottosegretario Frassinetti, di FdI, che chiarisce: la nota al dirigente scolastico è stata un’iniziativa non concordata e i partiti non devono intervenire sulle decisioni delle scuole.
A Rimini a criticare il graffito è stato Matteo Montevecchi, consigliere regionale del Carroccio, parlando del “frutto della peggior ideologia perversa transfemminista” e ricordando che nello stesso spazio, “già dall’estate dell’anno scorso era presente un altro murales con la bandiera transgender“. “Mi chiedo assieme a tanti cittadini: ma è stata concessa una qualche autorizzazione per compiere queste provocazioni?”, ha domandato, chiamando in causa il Comune.
Articolata la risposta sui social del sindaco del Pd, Sadegholvaad: “L’arte o comunque visioni non convenzionali” che hanno un piano pubblico “nell’ambito della vita di una città” troveranno “sempre asilo” a Rimini, ha assicurato. “In quella figura maschile che allatta al seno vedo il magico mistero della paternità. Essere padre, e lo provo ogni giorno sulla mia pelle”, ha commentato il primo cittadino, per cui “non significa solo ‘portare i calzoni'” e “tutta la ridondante oleografia insomma di un ruolo che la convenzione vede come accessorio”. Il murales, spiega il sindaco, è stato realizzato da un collettivo di writer locali “su alcuni spazi messi a disposizione dall’amministrazione comunale”, “liberamente, gratuitamente e senza alcun contributo economico pubblico”.
“Rimini è e sarà sempre una città libera”. Con queste parole il sindaco di Rimini Jamil ha dato notizia dell’imbrattamento con vernice bianca avvenuto nella notte. “Le sentinelle della libertà hanno provveduto alla liberazione di Rimini passando una mano di vernice bianca”, è il commento sarcastico del primo cittadino. Ma “con questo atto hanno per sempre reso immortale l’uomo che allatta”, “lo hanno direttamente elevato alla permanenza permanente”, aggiunge. Il primo cittadino, in un post sui social, afferma di provare “umana pietà per queste povere persone, per la vita che fanno: il bianco della loro vernice è l’assenza di colore della loro vita”. E assicura che “verranno fatte le immagini per individuare i responsabili”, ma “il punto non sono le indagini”, è un altro, precisa: “Uno spazio bianco è come una pagina che attende sempre di essere riempita delle idee e dei desideri delle persone”.
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