Due donne sono state trovate morte in abitazioni diverse di Naro (Agrigento). La prima, in cortile Avenia, sarebbe morta in seguito ad un incendio della residenza ed è carbonizzata. Si chiamava Maria Russ e aveva 57 anni. L’altra, in via Da Vinci, è stata trovata cadavere in un lago di sangue. Era Delia Zarniscu, 58 anni. L’abitazione sarebbe a soqquadro e chi ha visto la scena parla di immagini agghiaccianti. Si tratterebbe di un duplice omicidio: le due abitazioni non sono distanti.
Al lavoro, da poco prima dell’alba, sono arrivati i carabinieri della stazione cittadina e quelli della compagnia di Licata. Sono state interrogate alcune persone e sequestrati i capi d’abbigliamento e scarpe nell’abitazione di via Vinci. Il sostituto procuratore Elettra Consoli e l’aggiunto Salvatore Vella, titolari del fascicolo d’inchiesta sul duplice omicidio, hanno disposto l’autopsia sui cadaveri di Zarniscu e Rus.
A Naro – sempre su richiesta della Procura di Agrigento – sono in arrivo, oltre ai militari del Ris di Messina, anche gli specialisti del nucleo investigativo dei vigili del fuoco che dovranno occuparsi, in maniera particolare, dei rilievi nell’abitazione di vicolo Avenia dove è stato trovato, riverso sul pavimento, con alle spalle una poltrona incendiata, il cadavere carbonizzato di Maria Rus. In questo caso, l’allarme, da parte dei vicini, è stato lanciato alla sala operativa dei vigili del fuoco del comando provinciale di Agrigento. Per l’omicidio di Delia Zarniscu, in via Vinci, la chiamata è arrivata invece al 118.
Si conoscevano e avrebbero avuto le stesse frequentazioni Maria e Delia. Zarniscu viveva nella cittadina da oltre vent’anni in via Da Vinci. Dopo la morte del marito, un ragioniere originario del paese, le sue condizioni generali, raccontano a Naro, erano precipitate; la vedova avrebbe avuto diversi problemi economici e per andare avanti avrebbe fatto ricorso anche a espedienti. In via Avenia, strada a poca distanza dalla prima abitazione, è stata trovata invece Maria Russ, separata, il cui corpo era carbonizzato.
Il doppio macabro ritrovamento è stato fatto nel quartiere di San’Erasmo, uno dei più dinamici con una forte comunità ecclesiale, dove gli stranieri sono ben accolti e dove spesso vengono organizzate iniziative sociali dagli stessi residenti in modo autonomo senza far ricorso all’aiuto dell’amministrazione pubblica.
A Naro la comunità romena è la più numerosa tra gli stranieri che vivono in questa cittadina, che si trova a 660 metri sopra il livello del mare e si affaccia su Val Paradiso, una ampia vallata oltre la quale ci sono colline che coprono in parte la vista del mar Mediterraneo. Sono oltre 300 i romeni che vivono e lavorano a Naro, la quinta comunità in assoluto rispetto agli altri connazionali stabiliti negli altri 42 Comuni della provincia di Agrigento, dove in totale i romeni sono quasi 6.500 a fronte ai 46 mila che si trovano in Sicilia. Diciannove anni fa, era il 4 febbraio, Naro fu colpita da una frana che mise in ginocchio gran parte del centro storico. Una settantina di abitazioni furono dichiarate inagibili, molte sono state abbattute. Centocinquanta le persone sfollate.
“Naro si sveglia attonita, ammutolita da tanta ferocia. Un duplice omicidio nel cuore del nostro centro storico ha spento due donne, entrambe romene ed entrambe naresi. Non è il momento di frasi di circostanza”. Lo dice la sindaca di Naro (Agrigento), Mariagrazia Brandara. “Come comunità diciamo no ad ogni forma di violenza e rimaniamo in rispettoso silenzio del lavoro delle forze dell’ordine e della Procura, che, sappiamo, riusciranno presto a fare chiarezza su quanto accaduto – aggiunge – Che gli autori di questo massacro siano individuati ed assicurati alla giustizia e vengano esclusi, se naresi, da una comunità sana e operosa”.
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