Il Tribunale per i minorenni di Catania ha stabilito che un neonato abbandonato, dopo tre anni in preadozione con una famiglia, debba tornare alla madre naturale. La “restituzione” dovrà avvenire entro il 28 dicembre 2023. Una storia che farà discutere in Italia.
La storia del neonato abbandonato a Ragusa
Il bambino era nato da una relazione extraconiugale tra un uomo con una donna che aveva già altri due figli, compresa una ragazzina di cui è lui il padre. L’uomo, col rito abbreviato, è stato condannato a due anni reclusione per abbandono di minorenni. Con la stessa accusa è a processo, con udienza a febbraio del 2024, davanti al Tribunale di Ragusa, la madre che adesso chiede di potere riavere suo figlio.
La donna ha sostenuto di non volere abbandonare il piccolo, ma di averlo affidato al padre naturale per portarlo in un ospedale. La famiglia affidataria è assistita dall’avvocata specializzata in diritto di famiglia e dei minori del Foro di Catania, Janeth Consalvo che, in un colloquio con il quotidiano, afferma come “in questa situazione non ha vinto nessuno, è fallito innanzi tutto il tempo della giustizia” sottolineando che “sono trascorsi tre anni, trai più importanti nella vita di un bambino quelli in cui, come i maggiori studi pedagogici insegnano, si stimolano le potenzialità che determinano lo sviluppo del bambino, il linguaggio, il movimento, il pensiero”.
L’appello alla Commissione Onu
Nella petizione i genitori si sono appellati anche alla Commissione Onu per i diritti del fanciullo, “per la vera applicazione della legge, la 184/1983, che, stante l’affido pre adottivo, non prevede il riconoscimento tardivo da parte della famiglia biologica né la revoca dello stato di adottabilità del bambino”.
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