“La uccido perché lei mi ha ucciso moralmente”: queste parole, appuntate il 2 luglio 2022, vengono dal cellulare di Giovanni Padovani. Le scriveva un mese e mezzo prima dell’omicidio di Alessandra Matteuzzi, la 56enne massacrata a martellate sotto casa a Bologna, per il cui delitto Padovano si trova in carcere, accusato di omicidio aggravato dallo stalking. Nelle note del telefono, analizzato dal consulente tecnico nominato dalla Procura, Angelo Musella, l’indagato accusava anche la ex di averlo tradito e diceva che sarebbe finito in “galera”.
L’omicidio di Alessandra Matteuzzi
La 56enne fu assalita a martellate sotto casa a Bologna la sera del 23 agosto. La donna aveva denunciato l’ex compagno per stalking, segnalando alle forze dell’ordine le condotte persecutorie messe in atto dall’uomo. “Tutte le volte in cui io ho accondisceso alle richieste di Padovani è stato per paura di scatenare la sua rabbia”, diceva Matteuzzi nella denuncia presentata il 29 luglio ai carabinieri. “Alla luce di tutte le occasioni in cui è riuscito ad accedere al condominio dove abito, ho sempre timore di ritrovarmelo davanti ogni volta che torno a casa, o quando apro le finestre”, aggiungeva la donna nella deposizione.
Quello messo in atto da Padovani era, stando alla denuncia, uno stalking asfissiante, motivato dalla gelosia incontrollabile: l’ex compagno chiedeva a Matteuzzi di inviargli un video ogni 10 minuti ogni qualvolta i due non fossero insieme, per assicurarsi che non lo tradisse. Se la donna non rispondeva alle telefonate o il video tardava, scoppiava una scenata. Quella nota sul cellulare prefigurava apparentemente l’ultimo capitolo della storia.
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