(foto d'archivio Ansa)
Ventiquattro ore prima dell’omicidio Caryl Menghetti, la 46enne fermata con l’accusa di aver ucciso il marito , Diego Rota, era stata visitata in psichiatria per delle allucinazioni. Ad accompagnarla era stato proprio il marito.
Questo il primo dettaglio che emerge dalle indagini dei carabinieri di Bergamo e Treviglio per chiarire il movente dell’omicidio, avvenuto all’alba a Martinengo, in un’abitazione isolata dove la coppia viveva con una figlia di 5 anni. Al termine della visita, raccontano le agenzie, la donna era stata dimessa con una terapia farmacologica. Già nel 2020 la 46enne, secondo le prime ricostruzioni, era stata ricoverata nel reparto di psichiatria dello stesso ospedale.
Diego Rota è stato ucciso nella camera da letto con diverse coltellate, tra cui una al collo e altre all’addome, dalla moglie. Secondo le indagini non ci sono elementi che possano ricondurre il delitto a pregressi episodi di maltrattamenti in famiglia né vi erano criticità evidenti nel rapporto di coppia, nonostante la donna avesse vissuto problemi personali e di lavoro che, hanno spiegato i carabinieri in un comunicato, “avevano inciso in modo assai rilevante sul suo stato emotivo”.
L’arma del delitto, un coltello da cucina, è stata trovata e sequestrata. La donna è stata portata nel carcere di Bergamo. La figlia della coppia, di 5 anni, è stata affidata ai familiari, su disposizione della Procura dei minori di Brescia.
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