Per far sparire le prove delle condotte sessuali sue e di un altro frate, si è messo in contatto con un imprenditore il quale, sfruttando le sue conoscenze negli ambienti criminali, ha organizzato per lui una rapina ai danni di due collaboratori dei prelati, peraltro vittime di abusi, sui cui cellulari c’erano video e foto “compromettenti”.
Secondo i Carabinieri e la Procura di Napoli Nord sono “granitiche” le prove messe a disposizione del gip, che ha disposto l’arresto di due frati (uno dei due era parroco ed è stato subito sospeso dal vescovo di Napoli) e di altre quattro persone. Questi quattro, insieme con uno dei religiosi, sono ritenuti coinvolti in una rapina in abitazione (con tanto di porta sfondata e inquilini presi a colpi di mazze da baseball) avvenuta ad aprile ad Afragola, in provincia Napoli. Secondo quanto accertato dai militari, le due vittime della rapina erano due collaboratori dei frati, tra cui un migrante, che sarebbero stati costretti “a subire atti sessuali”. Una costrizione che gli indagati avrebbero esercitato “abusando delle condizioni di qualità di ministri del culto cattolico”.Alle vittime sono stati sottratti solo i cellulari
Durante la rapina, ed è questo che ha innescato dubbi sul movente, sono stati presi di mira solo i cellulari, uno dei quali sottratto e l’altro rimasto nelle mani del proprietario, che ha opposto resistenza. La necessità di impossessarsi ad ogni costo delle informazioni compromettenti sarebbe scattata, in particolare, dopo l’invio di una lettera. Nella missiva i due collaboratori dei frati Minori (ragazzi tenuti sotto giogo con la minaccia di sottrarre loro il sostentamento e il lavoro di cui avevano impellente bisogno) facevano chiaro riferimento, tra l’altro, agli abusi subiti in cambio proprio di assistenza di carattere sociale e lavorativa. Per le indagini dei militari sono state determinanti, ancora una volta, le intercettazioni.