Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, la Commissione parlamentare ha aperto i lavori e subito chiuso le porte

Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, la ridicola e assurda Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loro scomparsa ha aperto i lavori e ha subito chiuso le porte. Secondo il verbale pubblicato sul sito della Camera, la Commissione si è riunita il 9 maggio 2024

“Interviene, asserisce il verbale con poco rispetto della sintassi della lingua italiana, la sorella di Mirella Gregori, Maria Antonietta Gregori, le sorelle di Emanuela Orlandi, Federica Orlandi, Maria Cristina Orlandi e Natalina Orlandi, e il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro Orlandi”.

Avverte il presidente, se. Andrea De Priamo, “che gli auditi rispondono delle opinioni espresse e delle dichiarazioni rese e che possono richiedere in qualsiasi momento alla Commissione la chiusura della trasmissione audio-video e la secretazione dell’audizione o di parte di essa, ove ritengano di riferire fatti o circostanze che non debbano essere divulgati” Inoltre, “la Commissione, su richiesta del Presidente o di due componenti, può deliberare di riunirsi in seduta segreta tutte le volte che lo ritenga opportuno”.

Prosegue il verbale.

“Maria Antonietta GREGORI, Maria Cristina ORLANDI, Federica ORLANDI, Natalina ORLANDI e Pietro ORLANDI riferiscono alla Commissione sui fatti oggetto dell’inchiesta.

I deputati GRIMALDI (AVS), MORASSUT (PD-IDP) e IAIA (FDI), nonché il presidente DE PRIAMO (FdI) pongono quesiti, ai quali replica Maria Antonietta GREGORI.
  Prendono quindi la parola per formulare domande il deputato MARATTIN (IV-C-RE) e i senatori MALPEZZI (PD-IDP), BIZZOTTO (LSP-PSd’Az) e PARRINI (PD-IDP), ai quali risponde Maria Antonietta GREGORI.
  Intervengono poi il senatore SCURRIA (FdI), i deputati MARCHETTI (LEGA) e CAVO (NM(N-C-U-I)-M) e la senatrice CAMPIONE (FdI). Maria Antonietta GREGORI fornisce elementi di risposta.
  Prendono, quindi la parola per porre quesiti la deputata ASCARI (M5S), il senatore PAROLI (FI-BP-PPE) e nuovamente l’onorevole GRIMALDI (AVS), ai quali replica Maria Antonietta GREGORI.
  Dopo una breve precisazione di Pietro ORLANDI, formulano ulteriori richieste di chiarimento i deputati MARATTIN (IV-C-RE), GRIMALDI (AVS), IAIA (FDI), CAVO (NM(N-C-U-I)-M) e TRANCASSINI (FDI), ai quali risponde Maria Antonietta GREGORI.

  Il PRESIDENTE, prendendo atto che non vi sono ulteriori domande per Maria Antonietta Gregori, avverte che saranno ora formulate domande e quesiti ai componenti della famiglia Orlandi, presenti in audizione.

  Intervengono per porre quesiti il deputato Francesco SILVESTRI (M5S), il presidente DE PRIAMO (FdI), il deputato MORASSUT (PD-IDP), il senatore MATERA (FdI) e il deputato GRIMALDI (AVS), ai quali replicano Maria Cristina ORLANDI, Natalina ORLANDI, Pietro ORLANDI, Federica ORLANDI e nuovamente Pietro ORLANDI.

  Il PRESIDENTE, apprezzate le circostanze, dispone che i lavori proseguano in seduta segreta.

  (I lavori proseguono in seduta segreta dalle 17.12 alle 18.57).

Notizia. “Il PRESIDENTE comunica che è conferito, ai sensi dell’articolo 23, comma 1 del Regolamento interno, per la durata di un anno a decorrere dalla data odierna, l’incarico di consulenti a tempo pieno all’avv. David Ermini, alla dott.ssa Carmen Manfredda, all’avv. Simone Pacifici, al dott. Gian Paolo Pelizzaro e all’avv. Paola Vilardi”.

La Commissione tornerà a riunirsi, mercoledì 15 maggio alle ore 8.30, per l’audizione di alcuni giornalisti che si sono occupati delle vicende oggetto dell’inchiesta.

 L’agenzia Ansa colma il vuoto. Sono un fiume in piena, scrive l’anonimo reporter, Maria Antonietta Gregori e Pietro Orlandi con le sorelle Federica, Maria Cristina e Natalina, auditi per la prima volta dalla Commissione bicamerale di inchiesta sui casi delle scomparse di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi.

Chiede (si presume Maria Antonietta Gregori, ah fosse vivo Sergio Lepri) di audire Sonia De Vito, l’amica del cuore di Mirella che non poteva non sapere con chi avesse appuntamento la sorella quel 7 maggio 1983.

Pietro Orlandi propone ai commissari invece le tre piste su cui si è concentrato nell’ultimo anno: la presunta trattativa tra il magistrato Giancarlo Capaldo e il Vaticano ai tempi dell’apertura della tomba di Renatino De Pedis nella basilica di Sant’Apollinare; una investigazione sui messaggi Whatsapp consegnati alla Commissione che si scambiarono Francesca Immacolata Chaouqui e monsignor Lucio Vallejo Balda quando erano entrambi membri della Cosea vaticana nel 2013, e la pista di Londra. E proprio qu scatta la secretazione voluta dal presidente Andrea De Priamo.
    “Sono stato contattato da un uomo che mi ha fatto capire di essere un ex Nar”, ha raccontato Orlandi spiegando come la pista di Londra sia nata da cinque fogli rinvenuti in una cassaforte in Vaticano di cui gli aveva parlato Francesca Chaouqui e che descrivevano una serie di spese che il Vaticano avrebbe sostenuto a Londra. Il contenuto di questi fogli è stato poi divulgato dal giornalista Emiliano Fittipaldi ma lo stesso Vaticano li ha bollati come falsi rilevando alcuni errori e inesattezze presenti nel testo.

Un giallo nel giallo poiché altri hanno poi sostenuto che quei documenti possano essere un falso creato ad arte, un depistaggio insomma. Fatto sta che Orlandi nel prosieguo del racconto ha detto, “io posso fare anche il nome di quest’uomo” venendo qui interrotto da De Priamo che ha proceduto alla secretazione della seduta, durata complessivamente cinque ore.

Orlandi ha chiesto quindi che vengano auditi gli stessi Chaouqui e Capaldo. Lunga la ricostruzione delle due storie durante 41 anni che si intrecciano quando un articolo di Panorma le sovrappone. I commissari vogliono cercare di capire se possa esserci stato un depistaggio a partire da quell’articolo o se ipotetici rapitori (i turchi che volevano lo scambio con Ali Agcà?) fossero autonomamente a conoscenza di elementi che erano noti solo alle famiglie come gli abiti che indossava Mirella Gregori il giorno della scomparsa.

Mirella ha fatto perdere le tracce di sè il 7 maggio. Emanuela scompare il 22 giugno. Già all’epoca c’era chi riteneva che a Roma ci fosse pure una sorta di “tratta delle bianche”. “Ma non se ne parlava molto di questo – ha detto Natalina -, addirittura noi andammo a fare una ricerca negli archivi per ritrovare gli articoli di giornale”.

Menzionato anche il ruolo ambiguo dell’avvocato Gennaro Egidio, “imposto” sia alla famiglia Gregori, sia a quella Orlandi dai servizi con la differenza, ha detto Maria Antonietta Gregori, “che noi lo pagavamo e gli Orlandi no”. “Non so – ha precisato Pietro – se fosse pagato dal Vaticano o da chi. Di certo mio padre non poteva permetterselo”. 

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Marco Benedetto