L’orsa Amarena è stata uccisa a colpi di fucile da un uomo alla periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo. Sul posto sono intervenuti il veterinario e le Guardie del Parco che però non hanno potuto far altro se non accertare la morte dell’orsa, vista la gravità delle ferite. L’uomo è stato identificato dai Guardiaparco e successivamente sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata.
“Ho sparato per paura ma non volevo uccidere, l’ho trovata dentro la mia proprietà è stato un atto impulsivo, istintivo”, ha dichiarato l’uomo ai carabinieri. Il Parco ha immediatamente condannato il gesto dichiarando che “ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio, visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo. Abbiamo detto e ridetto “siamo un modello, l’Abruzzo è un modello”.
“Sono stato il primo a vedere l’orsa Amarena in città ieri notte, introno alle 22:15, ho contattato subito i carabinieri della locale stazione. L’ho incrociata con i suoi due cuccioli all’ingresso della città, era spaventata ed impaurita, ho aspettato che attraversasse la strada e si mettesse al sicuro”. È quanto dichiara l’autore di un video che ritrae per l’ultima volta l’orsa Amarena, prima dell’uccisione. “Poco dopo alcuni proprietari di una abitazione poco distante da me, hanno iniziato a suonare il clacson dell’auto parcheggiata nel giardino di casa e a puntargli i fari dell’auto in faccia, per non farla avvicinare ad un pollaio che avevano dietro casa – continua -. Da lì è fuggita per la campagna del Fucino e questa mattina ho appreso la tragica notizia. Aveva più paura lei di noi, non capisco questo gesto”.
La Procura di Avezzano, pm Maurizio Maria Cerrato, ha aperto un fascicolo nei confronti del 56enne che ha ucciso l’orsa, per il reato 544bis del codice penale, ossia chiunque procuri per crudeltà o senza necessità la morte di animali: l’uomo rischia dai 4 mesi ai 2 anni di reclusione. Nel frattempo si apprende che l’uccisore era legittimato alla detenzione di armi da fuoco. I carabinieri della stazione del Comune di San Benedetto dei Marsi, hanno sequestrato tutte le armi dell’uomo ed il bossolo esploso.