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Orsa insegue cacciatori in Trentino, forse voleva difendere il suo cucciolo

Paura ieri per due cacciatori inseguiti da un’orsa nei boschi delle Valli Giudicarie, nel Trentino occidentale. Secondo quanto ricostruito dai due giovani che stavano facendo un’escursione, l’orso si sarebbe spaventato al loro passaggio e così li avrebbe inseguiti insieme con il suo piccolo che stava riposando lungo il sentiero. Le associazioni animaliste denunciano il “comportamento irresponsabile” dei due cacciatori, sollevando anche dubbi sul perché della loro presenza in quell’area. “Erano veramente diretti al posto di osservazione di caccia come hanno dichiarato o stavano facendo del bracconaggio o ancora peggio volevano uccidere dei selvatici?”, si chiede l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente.

L’orsa e i due cacciatori

Stando alle prime informazioni, i due stavano facendo un’escursione sul sentiero Mandrel, quello che porta a malga Avalina, a 1.970 metri di quota, a monte dell’abitato di Roncone. Una zona lontana dal paese dove si trovava anche il cucciolo dell’orsa che, sorpresa dall’arrivo dei cacciatori, li ha inseguiti. I due sono così fuggiti, l’uno lungo il sentiero del ritorno e l’altro arrampicandosi su una pianta dove l’orsa lo ha inseguito e lo ha agganciato ad una ghetta facendolo cadere al suolo. Per lui una contusione al costato. Una volta che i due orsi si sono allontanati, i cacciatori sono stati messi in sicurezza dall’unità cinofila del Corpo forestale, che ha poi compiuto i necessari sopralluoghi per ricostruire l’esatta dinamica dell’episodio ed ha recuperato l’attrezzatura degli escursionisti.

L’esposto degli animalisti

“La ricostruzione dei fatti – scrive l’Aidaa – deve essere veritiera e non un’altra occasione per una caccia alle inesistenti responsabilità dell’orsa che se non disturbata avrebbe continuato a dormire in pace. Riteniamo l’atteggiamento dei due assolutamente irresponsabile e devono solo ringraziare il loro dio se la cosa non è finita in tragedia”. “Con tutta evidenza – evidenzia l’Oipa – si è trattato di un cosiddetto ‘falso attacco’ che conferma come l’orsa non abbia voluto attaccare per uccidere, ma solo per fare allontanare i due escursionisti”.

La zona dove è avvenuto l’incontro dista poco meno di 100 chilometri dalla Val di Sole, dove lo scorso aprile l’ormai ‘celebre’ orsa Jj4 attaccò e ucciso il runner trentino Andrea Papi. Proprio per questo l’Oipa chiede “una maggiore regolamentazione dell’accesso in determinate zone in certi periodi dell’anno”, così come avviene anche nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Gli ambientalisti lanciano poi un ulteriore appello ad “avviare un tavolo tecnico con amministratori, esperti e associazioni protezionistiche per decidere insieme il modo migliore di gestire la specie, per la loro tutela e quella di residenti ed escursionisti”.

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Alessandro Avico

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