Sgominata una banda di sudamericani che trafficava in cocaina tra Carrara e La Spezia (4 arresti, anche se il boss dominicano resta latitante). Tutto è partito dal grande abbaiare di un cane, a spasso insieme al suo padrone escursionista nel bosco.
Siamo vicino a La Spezia, sul Monte Parodi che la sovrasta. Latrati e ululati sono giustificati: il cane ha annusato i resti del cadavere di un uomo. Prima il teschio, poi altre parti sparse qua e là.
Di chi è quel corpo? Forse non ne conosceremo mai l’identità, ma di sicuro si scopre quale fosse il suo mestiere: dagli esami sul posto e sul cadavere spuntano due tre ovuli di cocaina. Quell’uomo, presumibilmente anziano, era un corriere della droga.
Mestiere pericoloso, e non solo per il rischio di finire dentro o per la circostanza di dover avere a che fare con spietati criminali. Un ovulo può rompersi in pancia, e quasi sempre è la fine, figuriamoci quando se ne trasporta fino a un chilo. E’ andata proprio così: l’autopsia conferma.
Il cadavere presentava chiari segni di intossicazione da stupefacenti compatibili con la rottura di un ovulo. Nonché tracce di un’operazione chirurgica artigianale effettuata post-mortem per recuperare lo stupefacente.
Alla fine le indagini hanno condotto all’arresto di 4 sudamericani. La lista dei reati è lunga: importazione, detenzione e spaccio di ingenti quantitativi di cocaina, vilipendio e occultamento di cadavere.
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